Saronno, il personale si riunisce davanti all’Ospedale e alza la voce: “Ecco cosa chiediamo”
«Si sta riducendo l’offerta sanitaria di questo ospedale perché non si reperiscono medici specialisti? Non siamo certo noi che dobbiamo indicare le soluzioni a questo problema, ma siamo noi che viviamo quotidianamente il problema e che vogliamo sollevarlo». È quanto si legge tra le righe del comunicato redatto da medici e infermieri dei reparti di Rianimazione e Anestesia a difesa dell’ospedale di Saronno.
Tutto il personale, compresi OSS e gli operatori di tutti gli altri reparti del presidio ospedaliero di piazza Borella, si è riunito in mattinata davanti all’ospedale per alzare la voce e rendere pubbliche le difficoltà legate alla carenza di personale e non solo. La terapia intensiva è a rischio chiusura e l’intero ospedale rischia di essere ridimensionato.
Dopo le manifestazioni dei cittadini saronnesi e non a difesa dell’ospedale, attraverso i social, gli appelli di comitati, associazioni e gruppi politici di tutto il comprensorio per salvare un ospedale strategico, che serve un bacino di utenza che comprende ben quattro province, e l’incontro con il sindaco Augusto Airoldi voluto da una delegazione dell’ospedale, tutto il personale ha deciso di alzare la voce con un “flash mob” organizzato alle ore 10, nel rigido rispetto delle normative anti Covid.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri e la Polizia Locale, per monitorare e verificare il rispetto delle norme anti contagio.
Con tanto di striscioni e cartelli per chiedere di salvare il reparto di rianimazione (da cui l’abbreviativo “ria”), i rappresentanti scelti, a nome di tutti i medici e infermieri, hanno letto un comunicato ufficiale indirizzato a Regione Lombardia e Asst Valle Olona, le istituzioni preposte per prendere in mano e risolvere la situazione di difficoltà legata all’ospedale.
Tra i punti sottolineati nel comunicato, la carenza di anestetisti rianimatori e le conseguenti difficoltà del Pronto Soccorso, il mancato ripristino delle unità di Ostetricia e Ginecologia e il trasferimento dei reparti di Oncologia e Radioterapia.
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