Due milioni spariti dalle finanze dell’anziano: chiesti 3 anni per la badante di Tradate
L’accusa è di circonvenzione d’incapace ai danni di un facoltoso imprenditore, oggi scomparso. I famigliari parte civile
Soldi che spariscono, a milioni. Polizze assicurative, bonifici verso la Romania, e acquisti di case in terra carpatica per 200 e passa mila euro, versamenti di decine di migliaia di euro a sconosciuti, sempre rumeni. È il quadro fatto in aula in una delle ultime udienze del processo per “circonvenzione d’incapace” che vede imputata una donna quarantenne di origini rumene ai danni di un facoltoso imprenditore di Tradate scomparso due anni fa; in giudizio, oggi come parti civili, i famigliari.
La pm Arianna Cremona ha ricostruito la vita della parte offesa, uomo classe 1936 che ha cominciato a lavorare all’età di 15 anni e che nel 1964 ha fondato la sua ditta individuale poi trasformata in società di capitali condotta insieme alla moglie. Un imprenditore che si è fatto da sé, insomma, e sul cui patrimonio la Procura aveva aperto un faro a seguito di una querela presentata dai parenti. Dopo la separazione con la moglie nel 2002, infatti, e dopo una nuova relazione, l’uomo ebbe problemi seri di salute (morirà il primo ottobre 2022).
Il procedimento nasce da una querela presentata da moglie e figli a seguito del ricovero nel 2020 e alla nomina di un amministratore di sostegno, il figlio, che presenta una relazione economica al giudice dove vengono evidenziati ammanchi di danaro. L’anziano contesta la nomina dell’amministratore di sostegno, ricorre contro il figlio e viene disposta una perizia sulle sue capacità che evidenziano un suo “decadimento cognitivo”.
Nel frattempo compaiono nella vicenda ammanchi di danaro, assegni in bianco e bonifici. Sospettata di quegli ammanchi è la badante di origini rumene (beneficiaria di una polizza vita di 500 mila euro in caso di morte del contraente). Secondo la Procura l’indagata oltre alla polizza avrebbe introitato più di un milione anche in contanti. «L’imputata era perfettamente a conoscenza dell’essenza patrimoniale della parte offesa e praticò attività di convincimento nei riguardi dell’anziano», tanto che per la circonvenzione d’incapace «è bastevole una condotta di persuasione morale», ha specificato la pm che ha ricordato l’esame dell’imputata in aula descritto come «poco convincente».
“Manipolazioni ai danni dell’anziano” che secondo l’accusa valgono una condanna di 3 anni in assenza delle circostanze attenuanti, oltre alla dichiarazione di nullità degli atti stipulati a favore dell’imputata. Un processo lungo e piuttosto minuzioso con l’obiettivo di verificare l’esistenza o meno della prova degli avvenuti raggiri, tanto da ascoltare le testimonianze in video conferenza con la Romania dove l’anziano si recava a caccia frequentando l’entourage familiare della collaboratrice domestica assunta dalla parte offesa nel 2004. L’udienza prosegue con le parti civili e la difesa.
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