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Tumore al pancreas, l’ospedale di Saronno in prima linea per la prevenzione

Il dottor Giuseppe Di Lucca, direttore della Struttura Complessa di Oncologia dell’Ospedale di Saronno, spiega perché è necessario essere informati su questo tumore, particolarmente pericoloso

dottor di lucca oncologo saronno

Il 21 novembre si celebra la Giornata mondiale di attenzione dedicata al cancro del pancreas. L’obiettivo è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica su un tipo di cancro che, nonostante si sia insediato al 4° posto tra le cause di morte per neoplasia maligna, riceve ancora poca attenzione a livello sociale. E richiede una sostanziale spinta alla ricerca perché le terapie ad oggi disponibili ottengono risultati soddisfacenti solo in una minoranza dei pazienti.

Il dottor Giuseppe Di Lucca, direttore della Struttura Complessa di Oncologia dell’Ospedale di Saronno, spiega perché è necessario essere informati su questo tumore, particolarmente pericoloso: «Il cancro del pancreas è un nemico insidioso e mortale. La sua incidenza è in costante aumento e le proiezioni indicano che, entro il 2050, potrebbe diventare la seconda causa di morte per cancro in Europa»

Diagnosi spesso tardiva

«E’ stato stimato che nel 2022 siano stati diagnosticati 14.500 nuovi casi di cancro del pancreas e, purtroppo, a causa della particolare situazione anatomica dell’organo, la diagnosi è effettuata molto spesso in una fase già avanzata della malattia – prosegue Di Lucca – Questa caratteristica, unita ad un armamentario terapeutico ancora di limitata efficacia, rende conto dei modesti miglioramenti ottenuti nella prognosi: negli ultimi 10 anni la sopravvivenza a 5 anni è passata solo dal 3 all’8%. Purtroppo solo 1 caso su 5 è diagnosticato in una fase iniziale, suscettibile di una chirurgia radicale; e anche dopo l’intervento chirurgico, a causa della particolare aggressività biologica, solo il 20% dei pazienti operati può considerarsi guarito».

Di fronte a questo scenario decisamente poco incoraggiante, il cancro del pancreas riceve un’attenzione inspiegabilmente modesta da parte del mondo delle istituzioni e raccoglie una quota minima dei fondi destinati alla ricerca in oncologia (meno del 3%).

Regione Lombardia si è mossa disciplinando la convergenza dei pazienti in Pancreas Unit, soprattutto per la diagnostica e la chirurgia (la chirurgia dei tumori del pancreas è molto specialistica e deve essere riservata a équipe con un alto numero di casi per anno).

«Asst Valle Olona, che da inizio anno ha in cura oltre 30 pazienti oncologici, ha un alto grado di competenza per quanto riguarda la gastroenterologia, la diagnostica e la correzione dei sintomi con procedure endoscopiche e la chemioterapia, che resta l’unico provvedimento terapeutico efficace nelle fasi avanzate della malattia oltre che nella riduzione del rischio di recidiva dopo l’intervento e nella possibilità di condurre all’operabilità forme localmente avanzate – spiega il dottor Di Lucca – In questo contesto noi cooperiamo con le migliori Pancreas Unit della Lombardia per fornire ai nostri pazienti le cure migliori, senza dover essere obbligati a una mobilità onerosa in termini di impegno, tempo e spesa.”

Prevenzione a tavola e negli stili di vita

«Il primo punto fondamentale è sposare uno stile di vita sano. L’alimentazione ricca di grassi, carni rosse, carni processate – vale a dire insaccati – e di preparazioni ad alto indice glicemico rappresenta un fattore di rischio; se poi ad un’alimentazione sregolata si aggiungono un consumo – anche moderato – di alcool e il fumo di sigaretta si introducono altri elementi pericolosi. Segnali di allarme per la presenza del tumore possono essere la perdita di appetito e la nausea, l’insorgenza improvvisa di un diabete, il cambiamento di consistenza delle feci – che possono diventare untuose, giallastre e galleggianti, oltre che poco formate. Man mano che il tumore aumenta di volume possono comparire dolori addominali irradiati al dorso e l’ittero, cioè la colorazione gialla della cute, che solito si accompagna a feci molto chiare e urine scure (color “Coca-Cola”). Non di rado una trombosi venosa (l’occlusione di una vena, di solito delle gambe) senza altre cause apparenti è la lampadina accesa che deve condurre a cercare questo tipo di tumore. Non dimentichiamo la familiarità: se un nostro genitore ha avuto un cancro del pancreas anche il nostro rischio sarà più elevato».

Un mese dedicato

«Da alcuni anni novembre è il mese dedicato al cancro del pancreas – conclude il dottor Di Lucca – In particolare, il terzo giovedì del mese – quest’anno il 21 – è il giorno in cui si tengono, a diversi livelli, iniziative divulgative o manifestazioni finalizzate alla raccolta di fondi per la ricerca. In questa giornata, cercate il cuore e il nastro viola, i simboli di queste iniziative, se volete cooperare attivamente a migliorare la condizione di chi si è ammalato o si ammalerà di questa grave condizione».

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Pubblicato il 14 Novembre 2024
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