Tanta strada insieme e tanti auguri a Varesefocus
L'editoriale del direttore di Varesenews Marco Giovannelli, che ricorda i 25 anni di un percorso parallelo e comune e traccia le sfide del futuro
Ci stavano lavorando da tempo. Ricordo ancora la faccia soddisfatta di Antonio Colombo, allora direttore di Univa, l’Unione degli industriali della provincia di Varese, quando mi annunciò che presto avremmo visto una nuova impresa editoriale. Per una volta la sua espressione sempre compassata fece un’eccezione.
Da lì a poco arrivò il primo numero di Varesefocus. Una rivista elegante, dalla grafica semplice e moderna, che veniva distribuita insieme al Sole 24ore e poi in diversi posti della provincia.
Varesenews era nato da poco più di due anni e pur avendo una visione chiara del panorama informativo, non era ancora definita la compagine sociale che lo avrebbe editato da lì a poco. Era una fase di fermento enorme, nel pieno di quella che venne definita la new economy. Sembrava che tutto andasse verso la digitalizzazione e da lì a poco si sarebbe detto che per l’ultima copia cartacea del New York Times era questione di anni.
Gli industriali del nostro territorio, Colombo e con lui Mauro Luoni, il primo direttore della rivista, andavano contro corrente e partirono con la loro iniziativa editoriale. Oggi siamo qui a festeggiare i 25 anni di storia e, come scrive Davide Cionfrini che ha raccolto il testimone del fondatore, di cose da raccontare ne avranno ancora tante. In questi anni su Varesefocus sono finite 600 aziende del territorio che rappresentano circa la metà di quelle associate a Confindustria Varese.
La nostra relazione con questa esperienza è sempre stata eccellente. Un grande rispetto fatto di collaborazione attiva e anche partecipazione che si è sviluppata sempre più nel tempo. Tre anni dopo l’avvio delle pubblicazioni Univa entrò nella compagine sociale che edita VareseNews. Un rapporto che è sempre stato rispettoso dei diversi ruoli. Concordiamo con quello che, sempre Cionfrini, scrive ora sulla storia dell’informazione a Varese.
“Se in questi 25 anni non ci fosse stato Varesefocus, sarebbe mancato un pezzo fondamentale della narrazione di questa provincia di confine e, allo stesso tempo, al centro dell’Europa. Non che altri giornali locali non si occupino degli stessi argomenti. Ma lo fanno in maniera diversa, partendo da altre tecniche di narrazione e altre bussole di riferimento”.
Gli fa eco l’editoriale della direttrice di Confindustria Silvia Pagani.
“Lo spazio che ci siamo ritagliati nel tempo è un altro: farci domande diverse da quelle che ogni mattina si pongono le redazioni delle testate quotidiane. O, quando il dubbio e le curiosità sono più o meno identiche, di dare risposte differenti, perché differente è, appunto, il punto di osservazione da cui partono le aziende”. Sempre lei che, come Antonio Colombo, ha una forte passione per il mondo dell’editoria, nel chiudere il suo articolo fa una riflessione interessante e provocatoria nei confronti di tanti di noi che professionalmente si occupano di informazione.
“Ritagliarsi un proprio ruolo importante in una e più comunità precise di lettori, anziché rincorrere a vuoto numeri di utenti pronti a sfumare da una copia all’altra o da un click all’altro, potrebbe rappresentare anche una nuova strategia per sperimentare nuovi modelli di sostenibilità economica dell’informazione di cui Varese sta facendo da laboratorio e di cui un settore da anni in crisi ha estremamente bisogno”.
Un aspetto sempre più centrale perché la crisi che investe da due decenni il mondo dell’editoria richiede coraggio e visioni nuove. Varesefocus e il nostro quotidiano sono davvero un laboratorio e ripensare alla tanta strada fatta fin qui insieme è il miglior auspicio per quella che faremo ancora guardando al prossimo futuro.
Materia, la nostra nuova sede, è parte della risposta che stiamo cercando di dare a un ecosistema dell’informazione profondamente trasformato. Il racconto che ne ha fatto Silvia Giovannini in un altro articolo della rivista di Confindustria è fedele e attento. Ha saputo cogliere gli elementi centrali perché alla fine per un progetto editoriale glocal, l’aspetto chiave resta l’ascolto e la relazione con le proprie comunità.
Buon compleanno Varesefocus e benvenuta Materia.
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