In Regione Lombardia il Consiglio straordinario sull’emergenza carceri: le soluzioni dei partiti
Il Consiglio si è concluso con l’approvazione di un documento condiviso tra maggioranza e opposizione che impegna Governo e Giunta Regionale ad intraprendere azioni concrete a favore delle carceri lombarde
Importante seduta straordinario oggi per il Consiglio regionale della Lombardia, dedicato al tema delle carceri.
È la prima volta che la Regione affronta in maniera così diretta una problematica complessa e urgente come quella del sovraffollamento carcerario e delle difficoltà strutturali degli istituti penitenziari lombardi. Una seduta chiesta dai gruppi di opposizione con Luca Paladini, consigliere regionale di Patto civico primo firmatario della richiesta.
Paladini ha sottolineato l’urgenza di intervenire su un sistema che “non funziona più”, evidenziando come l’attuale situazione sia insostenibile non solo per i detenuti, ma anche per il personale penitenziario.
Il dibattito è stato lungo e articolato. Riassumiamo qui di seguito le posizioni dei gruppi di maggioranza e opposizione
Samuele Astuti – Partito democratico
«Per costruire una vera alternativa e permette l’inclusione sociale bisogna puntare sul lavoro. “Sbattiamolo in galera e buttiamo le chiavi” è una frase agghiacciante, spesso pronunciata anche da politici, che non si dovrebbe sentire mai più, perché il nostro compito dev’essere quello, indicato anche dalla nostra Costituzione, di essere capaci costruire delle alternative e dare alle persone detenute delle nuove possibilità di reintegrazione».
«Analizzando i dati si evince che moltissime delle persone che entrano in carcere provengono da contesti sociali difficili e molto spesso non hanno avuto gli strumenti per costruirsi un’alternativa di vita ed è dimostrato, altresì, che la recidiva crolla drasticamente quando una persona esce dal carcere con una prospettiva vera di lavoro. Ritengo che occuparci di questo problema rientri tra le nostre responsabilità. Dobbiamo garantire che all’interno delle carceri ci sia la possibilità di costruire alternative e ciò può avvenire solo attraverso la dignità del lavoro».
È per questo che all’interno dell’ordine del giorno che abbiamo presentato ci sono tre richiami in proposito: il primo richiede di aumentare le borse lavoro e promuovere la stipula di accordi a livello territoriale permettendo a queste persone di poter lavorare e acquisire professionalità; il secondo chiede di potenziare i percorsi di formazione, anche per permettere agli stranieri di imparare la lingua italiana e il terzo chiede di attuare misure adeguate affinché vi sia un aumento delle posizioni lavorative di pubblica utilità rivolte alle persone detenute o ex detenute presso i comuni lombardi”.
Giuseppe Licata (Italia Viva)
«La situazione delle carceri lombarde è sempre più grave: il sovraffollamento, la carenza di personale e le strutture fatiscenti sono solo alcune delle gravi criticità che affliggono il sistema penitenziario regionale, minando il ruolo rieducativo delle carceri e generando condizioni lavorative molto precarie per la polizia penitenziaria e tutto il personale.
Il carcere dei Miogni di Varese dispone di una struttura vetusta, risalente al 1893, dichiarata in dismissione già nel 2001 e che oggi continua ad ospitare molti più detenuti della propria capacità, in condizioni igieniche e ambientali a dir poco problematiche. Solo nel 2017, grazie all’intervento dell’onorevole Maria Chiara Gadda, sono state installate le docce, ma tuttora in alcune di esse manca l’acqua calda.
Bisogna dire grazie alla polizia penitenziaria e a tutto il personale carcerario, che, spesso in condizioni proibitive, riescono a far funzionare queste strutture, ma a prezzo di turni massacranti e sovente senza poter garantire pienamente la funzione rieducativa del carcere. Il tema riguarda sia lo Stato che la Regione, per questo Regione Lombardia deve esercitare la giusta pressione sul Governo, ma deve anche assumersi le proprie responsabilità, soprattutto nell’accompagnamento sociale, nella formazione professionale e nell’inclusione lavorativa dei detenuti.
In conclusione del suo intervento Licata ha citato l’esempio virtuoso di Don David Riboldi, cappellano del carcere di Busto Arsizio: “Don David con grande ed encomiabile sforzo riesce a promuovere il reinserimento lavorativo dei detenuti grazie alla sua associazione La Valle di Ezechiele, costituendo in quel caso l’anello mancante tra la carcerazione ed il reinserimento sociale: in quest’aula abbiamo molto da imparare dall’esperienza di Don David. Adesso raccogliamo la sfida di fare che i Don David in Lombardia e in Italia possano continuare il proprio lavoro di affiancamento e sostegno, senza doversi di fatto sostituire alle Istituzioni, come è oggi”.
Paola Pollini – Movimento 5 stelle
«Sostegno psicologico, sanitario e una migliore offerta di impiego all’interno di servizi socialmente utili, riteniamo siano questi i punti fondamentali attraverso i quali il Consiglio regionale può intervenire per migliorare la situazione all’interno delle carceri lombardi, attraverso il lavoro di questa seduta straordinaria del Consiglio regionale, fortemente voluta dalle forze d’opposizione. Con la Commissione Carceri stiamo effettuando una serie di sopralluoghi all’interno degli istituti penitenziari lombardi, anche al Nero Fischione che consideriamo dovrebbe essere chiuso. Le recenti cronache hanno evidenziato problemi gravi, tra cui sovraffollamento, promiscuità, sporcizia e un senso diffuso di abbandono, sia tra i detenuti, sia per il personale che deve fare turni estenuanti e uno stress in costante aumento.
Il sistema carcerario sta diventando un serbatoio per la criminalità, e questo è in parte dovuto anche all’inerzia della politica. Molti detenuti, che dovrebbero trovarsi in strutture adeguate, come quelle a custodia attenuata per reati minori o per situazioni particolari, REMS, finiscono invece in carcere. In tutta la Lombardia esiste solo una struttura di questo tipo, a Castiglione delle Stiviere. Non basta.
Il lavoro da realizzare è moltissimo, motivo per cui spiace sottolineare come il Tavolo tecnico, ovvero chi dovrebbe occuparsene, nell’ultimo biennio si è riunito solo tre volte.
Al netto di quelle che sono le mancanze del governo, nel merito delle tematiche di stretta competenza statale, quali ad esempio le assunzioni e il miglioramento delle condizioni del personale che lavora all’interno delle carceri, ritengo che quello di oggi sia stato un momento importante di confronto. Migliorare la situazione all’interno degli istituti penitenziari lombardi non significa solamente garantire ai detenuti il rispetto dei diritti esplicitati dalla nostra Costituzione, ma significa anche migliorare le condizioni di chi presta servizio all’interno delle carceri stesse. Come Movimento Cinque Stelle e come Presidente della Commissione speciale Antimafia, anticorruzione, trasparenza ed educazione alla legalità, continuerò a lavorare affinché l’attuazione dei progetti da realizzare all’interno dei beni e sui terreni confiscati alla mafia, possa coinvolgere anche la popolazione carceraria, al fine di aumentare l’offerta di lavori socialmente utili» così la Consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Paola Pollini, al termine del Consiglio regionale dedicato alla situazione delle carceri lombarde, che ha visto l’approvazione di un ordine del giorno condiviso fra maggioranza e opposizione e votato all’unanimità.
Corbetta e Monti – Lega
Regione Lombardia, pur non avendo competenze dirette sul tema carceri, fa molto di più di quanto dovuto, ad esempio con misure innovative per il reinserimento lavorativo dei detenuti, e si conferma una Regione-faro anche su questo tema. Tali misure, dai dati che abbiamo, portano ad abbattere il fenomeno della recidiva di reato dal 70 al 2%. Sull’annoso tema del sovraffollamento delle galere ci opporremo sempre alla sinistra che vorrebbe indulti e chiusura degli istituti. La posizione della Lega, che arriva forte dai documenti che abbiamo approvato e integrato con le nostre proposte, è chiara: chiediamo al Governo di costruire nuove carceri, di aumentare il numero e le tutele delle guardie carcerarie e di lavorare per stipulare accordi con Paesi stranieri affinché ogni detenuto sconti la pena al proprio Paese. Gli ultimi dati di settembre, del resto, parlano chiaro: la capienza regolamentare delle carceri lombarde è di 6.146 posti, però le persone detenute in Lombardia sono circa 8mila e 900, su queste ben 4.057 persone hanno la cittadinanza straniera. Ciò significa – concludono Corbetta e Monti – che quasi il 50% dei detenuti in Lombardia non è italiano, un dato che dovrebbe far riflettere la sinistra su quale sia la vera causa del sovraffollamento e sulle misure da prendere”.
Giacomo Zamperdini – Forza Italia
«150 euro al giorno è quanto al giorno d’oggi, un detenuto costa allo Stato per poter vivere e risiedere in uno stato di detenzione. Un costo esorbitante, soprattutto se pensiamo che nella maggior parte dei casi, la detenzione viene vissuta in maniera totalmente passiva. Nel dibattito di oggi si è destinato parecchio tempo a discutere dei giusti trattamenti dei carcerati. Un punto di accordo su questa tematica, però, si potrà trovare solamente quando oltre ai diritti dei detenuti si porrà la stessa attenzione anche alla sete di giustizia delle vittime di reato e delle loro famiglie, che allo stato attuale, invece, sono e si sentono avviliti per quello che dovrebbe essere un dogma: la certezza della pena. Per queste persone, servono maggiori tutele e percorsi come quelli legati alla giustizia riparativa. Per chi è detenuto, serve offrire l’opportunità dei lavori “forzati”, socialmente utili a beneficio sia della comunità che ne trae utilità, sia per chi attraverso il lavoro, pratica un’attività rigenerante e formativa”.
Sempre più spesso assistiamo ad episodi di violenza da parte di giovani e giovanissimi, spesso di origine straniera, che non vanno assolutamente confusi con il disagio giovanile, ma come veri e propri atti di criminalità. Queste persone agiscono con una strafottenza dovuta dal senso di impunità. Verso questi individui serve tolleranza zero e certezza della pena”.
Il Consiglio si è concluso con l’approvazione di un documento condiviso tra maggioranza e opposizione che impegna Governo e Giunta Regionale ad intraprendere azioni concrete a favore delle carceri lombarde, tra queste più percorsi di formazione e inserimento sociale, nuovi fondi per le assunzioni e specifiche indennità per i sanitari che operano nelle carceri.
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