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Il futuro delle pensioni in Italia è minato: troppe uscite anticipate e la popolazione invecchia

Nonostante l'età legale di pensionamento sia fissata a 67 anni, in Italia si va in pensione prima con un livello di spesa previdenziale pari al 16,3% del PIL, tra le più alte in Europa, superata solo dalla Grecia

anziani

L’evoluzione demografica comincia a presentare il conto: invecchiamento e denatalità mettono in allarme anche i conti dell’INPS. L’istituto di previdenza, nella presentazione del suo ultimo rapporto annuale, ha sollevato il manifestarsi di alcune criticità in particolare legate al fatto che troppo spesso si va in pensione prima dell’età prevista.

Secondo il rapporto nel 2023, il numero di pensionati in Italia si è mantenuto stabile intorno ai 16 milioni, con una spesa complessiva di quasi 347 miliardi di euro. Tuttavia, l’invecchiamento della popolazione, il calo della natalità e la diminuzione dei lavoratori attivi stanno mettendo a rischio la sostenibilità del sistema previdenziale.

Nonostante l’età legale di pensionamento sia fissata a 67 anni, in Italia si va in pensione prima grazie a vari canali di uscita anticipata, contribuendo a un livello di spesa previdenziale pari al 16,3% del PIL, tra le più alte in Europa, superata solo dalla Grecia. 

I timori per la sostenibilità del sistema pensionistico

Scrive l’INPS nel suo rapporto annuale: Nelle analisi dei dati si mostra come nel 2023 il numero di pensionati sia rimasto sostanzialmente stabile, intorno ai 16 milioni, con una spesa di poco meno di 347 miliardi di euro. Tuttavia, lo scenario demografico attuale, caratterizzato dall’aumento dell’età media della popolazione, dal calo della fecondità e dalla riduzione della popolazione in età lavorativa, non compensati dall’immigrazione, sta determinando un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti.

Questo processo di invecchiamento, comune agli altri Stati membri dell’Unione europea, influenza negativamente la sostenibilità economica di quasi tutti i sistemi previdenziali, soprattutto laddove l’incidenza della spesa pensionistica rispetto al prodotto interno lordo (PIL) è elevata.

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La spesa previdenziale italiana è superata soltanto dalla Grecia

Prosegue il rapporto: spostandoci in un contesto di confronto rispetto all’Unione europea, nel 2021, ultimo anno per cui sono disponibili dati comparabili, la spesa previdenziale italiana ha raggiunto il 16,3% del PIL, un livello superato solo dalla Grecia e nettamente superiore alla media europea del 12,9%. Questo dato dipende da due fattori principali. Innanzitutto, l’età effettiva di accesso alla pensione di vecchiaia in Italia rimane relativamente bassa, nonostante l’età legale sia fissata a 67 anni, a causa dell’esistenza di numerosi canali di uscita anticipata dal mercato del lavoro, quali Opzione donna e le Quote.

Inoltre, le pensioni italiane sono mediamente generose, con un tasso di sostituzione rispetto all’ultima retribuzione percepita prima del pensionamento che è tra i più alti nell’UE, superando la media europea di quasi 15 punti percentuali.

Per comprendere l’importanza della spesa pensionistica nel più ampio discorso della sostenibilità delle finanze pubbliche occorre ricordare come la fiscalità generale intervenga ogni anno a sostegno del sistema previdenziale con un contributo di quasi 164 miliardi di euro di trasferimenti dalla fiscalità generale (in crescita del 3,3% rispetto all’anno 2022).

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I numeri del problema

  • Numero di pensionati nel 2023: Circa 16 milioni.
  • Spesa pensionistica nel 2023: Poco meno di 347 miliardi di euro.
  • Spesa previdenziale italiana nel 2021: 16,3% del PIL (tra le più alte in Europa, superata solo dalla Grecia).
  • Media europea di spesa previdenziale: 12,9% del PIL.
  • Tasso di sostituzione delle pensioni italiane: Tra i più alti nell’UE, superando la media europea di quasi 15 punti percentuali.
  • Contributo della fiscalità generale al sistema previdenziale: Circa 164 miliardi di euro nel 2023 (in crescita del 3,3% rispetto al 2022).

I punti critici della sostenibilità del sistema pensionistico

  • Invecchiamento della popolazione: Il calo della fecondità e la riduzione della popolazione in età lavorativa, non compensata dall’immigrazione, peggiora il rapporto tra pensionati e contribuenti.
  • Accesso anticipato alla pensione: In Italia, l’età effettiva di pensionamento è inferiore a quella legale di 67 anni, a causa di canali come Opzione Donna e Quote.
  • Generosità delle pensioni: Il tasso di sostituzione in Italia è tra i più alti in Europa, determinando pensioni mediamente più elevate.
  • Sostenibilità del sistema pensionistico: Necessità di allargare la base contributiva, poiché i requisiti di accesso non possono essere ulteriormente incrementati.
  • Ruolo centrale dell’INPS: Gestisce il secondo bilancio pubblico più grande in Italia, dopo lo Stato.
  • Trasferimenti dalla fiscalità generale: Sostengono il sistema pensionistico per garantirne la sostenibilità.

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Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 24 Settembre 2024
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