A Reggio Calabria l’autopsia sul corpo di Omar Bassi per spiegare le cause della morte
La Procura della città calabrese apre un fascicolo. La famiglia si chiude nel dolore, “parleremo più avanti”. La discoteca rimane chiusa “fino a prossima comunicazione"
C’è l’esame effettuato alla testa di Omar Bassi all’ospedale di Garbagnate Milanese che due giorni dopo il pestaggio alla discoteca Dolcebeach di Origgio non aveva evidenziato un quadro clinico preoccupante, tutt’altro: poca prognosi per le ferite che il volto e il capo del ragazzo presentavano. Poi antidolorifico al bisogno e il precetto di tornare in Ps all’insorgere di qualsivoglia stranezza.
Siamo al 22 luglio e la famiglia Bassi, presente quella sera nel locale notturno per una festa di compleanno, forse considera quell’episodio superato: una brutta dimostrazione muscolare da parte di chi era deputato a mantenere l’ordine, i “buttafuori”, almeno cinque, dicono i famigliari che hanno steso la denuncia il 5 agosto quando a Omar venivano espiantati gli organi a seguito della morte cerebrale del ragazzo provocata, sembra, da un’emorragia cerebrale. Questo particolare, informazione in possesso dei parenti, sarà uno dei punti chiave nella definizione delle cause del decesso, con una domanda difficile da evadere anche dai luminari della materia: può un trauma al capo non rilevato da una tomografia assiale computerizzata produrre effetti dopo due settimane? Omar aveva evidenti traumi al capo la sera in cui secondo i testimoni presenti si è consumato il pestaggio nei pressi della discoteca, tumefazioni alle labbra, ferite lacero contuse al capo e al volto, perdita di sangue dalla bocca.
Non viene chiamato il 112 quella sera e al primo accesso al pronto soccorso dell’ospedale Sacco di Milano non segue alcuna visita dal momento che il ragazzo, accompagnato dai parenti, se ne va dopo un paio d’ore. Poi, dopo due giorni, la visita al pronto soccorso di Garbagnate Milanese, e la dimissione. Il malore del 4 agosto in Calabria dove il ragazzo è in vacanza, e il decesso il giorno dopo sono i fatti gravissimi seguiti da una denuncia fatta il 5 al posto di polizia presso il «Grande ospedale metropolitano Bianchi Melacrino Morelli» di Reggio Calabria.
Da qui si presume che la «cnr», la comunicazione della notizia di un reato sia stata presentata alla magistratura che, per disporre un’autopsia, deve aprire un fascicolo, un fatto che viene dato per acclarato dal legale di famiglia, l’avvocato del foro di Milano Giuseppe Capobianco. Dunque è fondamentale attendere l’esito dell’esame autoptico effettuato alla Medicina Legale di Reggio Calabra, esame che precede la transazione della salma a Bollate dove la famiglia darà l’ultimo saluto a Omar.
La famiglia, per il tramite della cugina Michelle Sala, testimone oculare dell’accaduto, non intende parlare. Dolore troppo forte. «Forse più avanti». Per il momento sperano che si arrivi al dunque, innanzi tutto per capire in maniera oggettiva le cause del decesso, e l’eventuale nesso con gli avvenimenti del 20 luglio a Origgio. La discoteca anche oggi, venerdì, rimane chiusa dopo i cartelli comparsi nella giornata di giovedì, quando la notizia ha cominciato a girare: «Chiuso fino a prossima comunicazione», si legge su Instagram nel profilo del locale. Non è ancora chiaro se a occuparsi della vicenda sarà la Procura di Milano o quella di Busto Arsizio. Dipende da quale eventuale ipotesi di reato verrà individuata.
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