Ecco la nuova scuola Rodari di Saronno: più bella, più funzionale, più ecologica
Il nuovo edificio riduce del 90,6% le emissioni di CO2 rispetto a quello attuale, preleva dalla rete elettrica il 49% di energia in meno e consuma il 98,5% di gas naturale in meno
I lavori di realizzazione della nuova scuola Rodari di via Toti possono finalmente iniziare. Espletati tutti i passaggi burocratici nei tempi previsti dal bando “Spazio alla scuola” di Regione Lombardia, il corposo intervento che porterà a Saronno un plesso scolastico all’avanguardia, innovativo e funzionale, dove l’attenzione alla didattica e al benessere dei bambini saranno priorità, ha visto l’accantieramento dell’area e, nei prossimi giorni, entrerà nel vivo degli scavi.
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L’assessore ai Lavori Pubblici, Francesca Pozzoli e il sindaco Augusto Airoldi, affiancati dall’assessore all’ambiente Franco Casali e ai tecnici comunali hanno spiegato che la scelta è stata quella di costruire un nuovo edificio mentre il vecchio continuerà a funzionare. Questo per ridurre al minimo i disagi per gli studenti. La nuova scuola avrà un costo di 11,2 milioni di euro, finanziati da Regione Lombardia con 7 milioni di euro, dal Ministero con 1,75 milioni di euro per il conto termico, e dal Comune con 2,3 milioni di euro senza ricorrere a mutui.
Nel mese di maggio è stata individuata l’impresa aggiudicataria dei lavori, così da avviare l’intervento in questa pausa estiva, e consentire poi, con l’inizio del nuovo anno scolastico, di proseguire con l’opera interferendo il meno possibile con la quotidianità delle lezioni. Grazie, infatti, all’attenzione dell’impresa che procederà per lotti, sarà possibile garantire la sicurezza dei ragazzi e la vivibilità dell’area.
Quello della nuova scuola Rodari è il primo progetto che vede la luce dopo la sottoscrizione del protocollo “Saronno per la terra” e rientra quindi, in parametri ambientali particolarmente severi.
L’amministrazione saronnese e i progettisti non si sono accontentati però di rispettare il criterio “NZEB” (Near Zero Energy Building, cioè edificio a consumo energetico quasi zero) richiesto dal bando, ma hanno migliorato, sotto il profilo ambientale, il giardino della nuova scuola e un parco del quartiere.
L’edificio manterrà, infatti, le altezze di quello esistente, ma occuperà una superficie più ampia per rispettare i nuovi requisiti post-Covid e dovrà essere ubicato tra la vecchia scuola (poi abbattuta) e il sedime ferroviario. Questo comporterà la rimozione di alcune alberature, che verranno compensate con nuove piantumazioni nel rapporto di 2,5 alberi nuovi per ognuno di quelli rimossi, sia all’interno del giardino della nuova scuola, sia all’esterno. In totale saranno 37 gli alberi rimossi, mentre 92 quelli di nuova piantumazione, 42 dei quali nell’area oggi occupata dalla vecchia scuola. Le altre 50 nuove alberature sono previste nelle aree verdi di via Toti/Gobetti e Toti/Pasubio, dove andremo a creare due aiuole didattiche (una con specie autoctone e l’altra con specie ornamentali), un percorso ludico, una xiloteca e a migliorare l’area cani esistente. Il tutto verrà arricchito da arredi in legno realizzati utilizzando le parti delle alberature rimosse, dando loro una “seconda vita”.
Questa compensazione arborea più che proporzionale e le prestazioni NZEB del nuovo plesso consentiranno un bilancio energetico e ambientale estremamente migliorativo per tutte le aree di intervento.
Il nuovo edificio riduce del 90,6% le emissioni di CO2 rispetto a quello attuale, preleva dalla rete elettrica il 49% di energia in meno e consuma il 98,5% di gas naturale in meno. Il saldo della CO2 assorbita ogni anno dalle nuove alberature rispetto a quelle esistenti sale da 2,55 a 4,02 tonnellate (+60%) a partire da subito, in quanto saranno messi a dimora esemplari adulti. A tutto questo dobbiamo aggiungere i benefici della presenza dell’impianto fotovoltaico sia sul tetto del plesso sia sul tetto della palestra, che produrrà 146.171 Kwh/annui, per un ulteriore risparmio emissivo di CO2 di 67,24 t/annue.
I lavori dovrebbero concludersi entro agosto 2026, con i collaudi finali previsti per novembre dello stesso anno.
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