A Saronno la pro-rettrice dell’Università di Milano, “Mapy” Abbracchio, candidata al Parlamento Europeo con Azione
Sabato pomeriggio, 18 maggio, la Sala Bovindo di villa Gianetti è stata lo sfondo dell’evento “L’integrazione europea di formazione e ricerca, leva strategica per il futuro dei giovani”
Un ex Ministro, l’On. Elena Bonetti, una senatrice in collegamento video, Giusy Versace, la Pro-Rettrice dell’Università di Milano, Maria Pia “Mapy” Abbracchio, candidata al Parlamento Europeo, e due brillanti ricercatori, Maria Rosa Antognazza – Center for NanoScience & Technology dell’IIT – e Matteo Fabris – Facoltà di Psicologia dell’Università di Torino.
Era questo il parterre che ha partecipato a Saronno all’incontro elettorale in vista delle prossime elezioni europee organizzato da Azione: sabato pomeriggio, 18 maggio, la Sala Bovindo di villa Gianetti è stata lo sfondo dell’evento “L’integrazione europea di formazione e ricerca, leva strategica per il futuro dei giovani”.
Il segretario cittadino del partito, Francesco Ricca, ha introdotto la tavola rotonda rivendicando l’attenzione costante di Azione verso i temi del futuro e dell’educazione. Dopodiché Alessandra Toni, moderatrice dell’evento e giornalista di VareseNews, ha presentato gli interventi introduttivi dell’On. Bonetti e della Sen. Versace.
Ma sono state le testimonianze di Antognazza e Fabris ad accendere la discussione, alternando appassionate dichiarazioni d’amore per la professione di ricercatore al racconto dello scoraggiamento e dell’incertezza che si affrontano quando, ricoprendo tale professione, si cerca anche di immaginare un futuro di stabilità e indipendenza economica.
«La ricerca è uno strumento culturale, sociale ed economico. Questo l’Europa lo ha capito da molto tempo, ma occorre fare di più per uniformare le carriere e le condizioni di trattamento dei ricercatori italiani a quelli europei – ha detto Maria Pia Abbracchio -. Se sarò eletta porterò questi temi in Europa, perché dentro una strategia di attrazione di ricercatori in Italia, la valorizzazione della funzione del ricercatore comporta vantaggi per la collettività notevoli: sviluppo economico, in primis, ma anche un ritorno culturale e sociale per le comunità».
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