A Varese piovvero stelle. Venticinque anni fa lo scudetto dei Roosters
L'11 maggio 1999 la squadra di Recalcati sconfisse per la terza e ultima volta la Benetton di Obradovic. Una festa memorabile, una squadra imprendibile, una gioia generazionale mai più replicata
Venticinque anni sono tanti. E lo sono anche se ciascuno di noi – quelli che c’erano – si ricorda perfettamente dov’era (inteso proprio: il metro quadrato nel quale si trovava), come era vestito, con chi era e che cosa ha fatto in quel momento ma anche nelle ore e nei giorni successivi.
Venticinque anni fa i Roosters Varese conquistavano lo scudetto: era l’11 maggio 1999 e in quella notte magica Varese si regalò una gioia, una festa, una felicità mai più riprovate dopo per un’impresa sportiva della città. Impossibile pensare in quel momento che, per almeno un quarto di secolo, non avremmo rivissuto scene simili: quella vittoria ruppe un digiuno lungo 19 anni (Coppa delle Coppe 1980: Emerson che batte Cantù nella finale di Milano), 21 se contiamo solo le vittorie tricolori (Mobilgirgi 1978, contro la Virtus Bologna). Tempo che sembrava infinito, un’era geologica, e che invece è stato più breve del digiuno attuale.
Certo, l’11 maggio è una data che sarà sempre onorata, amata e festeggiata da chi visse la cavalcata della squadra di Charlie Recalcati, scattata da outsider di lusso ma capace di sopravanzare le favorite di allora, le due bolognesi e la Benetton Treviso di Zelimir Obradovic, battuta 3-0 in finale. E citiamo il santone serbo (9 Euroleghe vinte da allenatore) perché anche questo dà la dimensione dell’impresa dei “galletti”. Ma, ecco, ci piacerebbe che non restasse per sempre l’ultimo “giorno speciale” del nostro basket.
Ancora una volta però non possiamo che ripensare a quella squadra folle e meravigliosa, divertente e vincente. Una creatura che prese vita nelle stagioni precedenti, potendo contare su due talenti generazionali (e italiani) come Gianmarco Pozzecco e Andrea Meneghin. E sul ritorno di Cecco Vescovi, sulla classe del croato Veljko Mrsic, sul talento solido di Sandrino De Pol, sull’esplosione di Gek Galanda. Su un Daniel Santiago carneade ma avviato sulla strada del successo. E su Cristiano Zanus Fortes, Maurizio Giadini e sui ragazzi che giocarono poco ma lavorarono dal primo all’ultimo giorno con la stessa caparbietà (Alessandro Bianchi, Mauro Calamia, Marco Van Velsen).
Ancora una volta non possiamo che ringraziare tutti loro e tutte le persone che lavorarono dietro alla scrivania (a partire Toto ed Edoardo Bulgheroni, proprietario e presidente), in panchina, in infermeria e negli uffici della Pallacanestro Varese per arrivare a quel risultato, quella pietra miliare, che ebbe conseguenze astronomiche. Quella notte su Masnago piovvero stelle, e “beccatevi questa stella” è per l’appunto il fortunato slogan che venne fissato sulle magliette celebrative con il galletto raggiante che – confessatelo – avete ancora tutti nell’armadio. E oggi, 11 maggio, la indosserete di nuovo.
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