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Alla luna

di Carlo Zanzi

Il racconto della domenica

Era uscito di casa per gettare una bottiglia di plastica debitamente appiattita nell’apposito contenitore. Era sera, era buio e ottobre regalava ancora il sapore dell’estate matura. Fu attratto da un bagliore verso sud. Una nuvola nascondeva la luna. La luce del sole riflessa sulla pietra lunare rimbalzava anche sul contorno del vapor d’acqua, che luccicava come una sottile cornice d’argento. Si fermò. Contemplò l’immagine astrale, ipotizzando che la luna sarebbe uscita dalla coltre, regalando uno spettacolo se possibile ancora più affascinante. Attese e fu premiato. Una mezzaluna perfetta si presentò come un equilibrista sul filo della nuvola.
Un fastidioso rumore televisivo filtrava oltre la portafinestra di vetro. Pensò ai suoi nipotini, che sdraiati sul divano stavano guardando i Pokèmon. La visione notturna avrebbe potuto far loro del bene. Entrò e disse: “Bimbi, venite fuori un attimo.” “
Ma ci sono i Pokèmon, nonno” disse il maggiore dei due. “Perché dobbiamo uscire? Non ho voglia.”
L’altra, una bambina vivacissima, fece due contorsioni sul divano e mandò al diavolo il nonno con un sorriso malizioso.
E allora lui uscì di nuovo e inventò una preghiera laica: “O luna, o straordinaria luna, perdonali e perdona anche noi… Ma in fondo non posso pretendere che due ragazzini di quell’età colgano che tu puoi regalarmi persino Dio.”
Si sentì toccare i pantaloni, si voltò e trovò i nipotini ai suoi piedi. Colmo di gioia disse loro: “Guardate che bella la luna!”
“Ma è solo mezza” disse il maschietto.
“Perché non vai a prendere il binocolo?” chiese la femminuccia. “Non vedo niente, è troppo piccola.”
“È una buona idea, ci vorrebbe il binocolo. Ma oltre a ciò che vedi, nipotina mia, devi anche immaginare, sognare, fantasticare… Osserva con attenzione… Poi chiudi gli occhi e pensa.”
Trattenne il fiato, respirò la bellezza dell’universo, il mistero della vastità, si voltò ma non c’era nessuno. Oltre i vetri i bimbi ridevano, eccitati alla vista delle evoluzioni policrome e cangianti del cartone giapponese.
E lui si domandò: ‘Ma sono usciti e rientrati, o me lo sono sognato?’

Racconto e foto di Carlo Zanzi (ilcavedio.org)

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Pubblicato il 21 Gennaio 2024
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