“Mio figlio rapinato da una baby gang sul treno per Saronno”
Il racconto di una mamma che ha raccolto la testimonianza del figlio circondato da un gruppo di ragazzi, picchiato e rapinato di tutto quello che aveva un valore: "Agiscono in branco e a volto scoperto"
La lettera che riportiamo di seguito è stata scritta da una mamma che ha raccolto l’esperienza traumatica vissuta dal figlio sul treno tra Desio e Saronno nel pomeriggio di mercoledì. L’episodio è solo l’ultimo dei tanti che si verificano quasi giornalmente lungo le linee ferroviarie regionali o per le strade delle città lombarde che vedono protagonisti in negativo giovanissimi che si muovono in gruppi e vittime loro coetanei, generalmente colpiti quando sono soli. Fenomeno ormai noto col nome di baby gang.
Nel tardo pomeriggio del 5 settembre mio figlio si trovava sul treno che da Desio era diretto a Saronno. Erano circa le 18:10/18:15 quando nella carrozza dove si era seduto, alla stazione di Cesano Maderno, sale un ragazzo che si avvicina per chiedere una sigaretta. Alla risposta negativa di mio figlio la reazione istintiva dello sconosciuto è stata quella di allontanarsi per andare a chiamare rinforzi: evidentemente, infastidito dal “NO”, ha ben pensato di tornare con un gruppo di circa 7/8 ragazzi (nazionalità mista tra cui anche peruviani, tunisini, egiziani e uno svizzero) per iniziare una serie di azioni criminose come frugare nelle tasche e nello zaino allo scopo di rubare tutto quello che c’era, oltre ad azioni più prettamente fisiche come schiaffi e atti di forza volte ad impedire a mio figlio di muoversi e reagire alla loro aggressione. Il tutto a volto scoperto che hanno celato con dei passamontagna solo quando sono scesi dal treno alla stazione di Ceriano Laghetto – Solaro.
E’ inutile spiegare a parole la paura che ha provato mio figlio nel vivere questa terribile esperienza, ma forse è arrivato il momento di alzare la voce e che la gente cominci a ribellarsi a questi piccoli delinquenti spesso guidati dall’ignoranza, dalla noia e dalla voglia di spaventare gente onesta e perbene. Ragazzi annoiati da una vita spenta peraltro anche poco scaltri e di basso profilo.
Dal canto suo, l’Azienda che gestisce il servizio di trasporto pubblico ha dimostrato negligenza nel non sorvegliare adeguatamente i propri mezzi e sono convinta che non sia corretto pensare solo di far pagare il biglietto per garantire il compimento delle tratte ferroviarie, ma deve essere reputata responsabile anche della incolumità dei passeggeri che sono stanchi di avere paura di viaggiare con il rischio di essere rapinati o con il terrore, soprattutto per noi donne, di subire una violenza.
Spero che questa mia “denuncia” serva a far aprire gli occhi e a svegliare le coscienze di chi ha il compito di tutelare il cittadino impiegando tutte le risorse che ha a disposizione e , se necessario, investendo i propri profitti per implementare il personale deputato a svolgere questo ruolo fondamentale.
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