Asd Pallavolo Saronno licenzia l’allenatore rinviato a giudizio per atti sessuali con minore
Un gruppo di genitori aveva scritto alla redazione per esprimere il proprio disappunto per la mancata sospensione dell'allenatore rinviato a giudizio lo scorso 20 giugno. La società ha comunicato la cessazione del rapporto lavorativo
“Asd Pallavolo Saronno comunica con effetto immediato la cessazione del rapporto di prestazione sportiva con l’allenatore P.L.”.
Lo si legge nella nota diffusa dalla società sportiva di Saronno nella serata di lunedì 26 giugno in merito all’allenatore di pallavolo della squadra under 16, che lo scorso 20 giugno è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Busto Arsizio con l’accusa di aver compiuto atti sessuali nei confronti di una ragazza della squadra che all’epoca aveva poco più di 14 anni.
Proprio ieri sera, 26 giugno, si è tenuta una riunione del comitato direttivo della società sportiva, dopo che la notizia del rinvio a giudizio è stata pubblicata dai giornali. Un gruppo di genitori aveva infatti contattato la nostra redazione, oltre alla federazione e a diverse associazioni, per esprimere il proprio disappunto per la mancata sospensione immediata dell’allenatore, davanti a quello che, sostengono i genitori, potrebbe non essere l’unico caso.
La genesi dell’inchiesta da una chat su Telegram a sfondo pedopornografico
Da quanto emerso l’inchiesta sarebbe partita dalla Procura di Brescia – come riporta il quotidiano FanPage – che aveva sviluppato la denuncia di un padre risalente al 2021 che aveva scoperto la presenza del figlio in una chat in cui conversava in modo esplicito con uomini più grandi tra i quali c’era lo stesso allenatore. La stessa procura aveva poi disposto il sequestro del telefono di P.L. dal quale erano emerse la sua frequentazione di gruppi Telegram in cui si scambiava anche materiale pedopornografico e la chat con la giovanissima pallavolista.
Gli atti sono stati poi trasferiti alla Procura di Busto Arsizio che ha eseguito gli accertamenti successivi, avvisando anche la famiglia della minore che non ha esitato a denunciare l’allenatore. La famiglia, difesa dagli avvocati Erika Trolese e Rebecca Stefanuti del foro di Milano, si è costituita parte civile. La prima udienza si terrà il 14 novembre.
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