“La cultura è l’arma più forte”. Anche i prof del Cairoli alla manifestazione di Firenze
La lettera dei docenti e collaboratori scolastici del liceo varesino per esprimere solidarietà alla professoressa Savino, dirigente del Liceo da Vinci di Firenze
Sono attese decine di migliaia di persone oggi a Firenze per la manifestazione organizzata in risposta all’aggressione avvenuta lo scorso 18 febbraio ai danni di alcuni studenti da parte di giovani esponenti di Azione studentesca. Alla manifestazione parteciperanno anche alcuni insegnanti del liceo classico Cairoli di Varese (nella foto i professori Angela Romano e Massimo Martini) che hanno voluto così esprimere solidarietà ad Annalisa Savino, dirigente del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, per il suo intervento a seguito dei gravi fatti accaduti davanti al Liceo Classico Michelangiolo. La lettera che pubblichiamo di seguito è stata firmata da 21 insegnanti e da un lavoratore del settore amministrativo dell’istituto.
Al signor Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Al Ministro dell’Istruzione e del Merito dott. Giuseppe Valditara
e alla dirigente del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci prof.ssa Annalisa Savino
“E quanto al nome, per il fatto che non si amministra la comunità nell’interesse di pochi, ma di una maggioranza, si chiama “democrazia”: secondo le leggi vi è per tutti l’eguaglianza per ciò che riguarda gli interessi privati; e quanto alla considerazione di cui si gode, ciascuno è preferito per le cariche pubbliche a seconda del campo nel quale si distingue, e non per la classe da cui proviene più che per il merito; d’altra parte, quanto alla povertà, se uno è in grado di far del bene alla città, non è impedito dall’oscurità della sua posizione sociale. Noi esercitiamo la nostra vita di cittadini liberamente, sia nei rapporti con la comunità, sia per ciò che riguarda i sospetti reciproci nelle attività di tutti i giorni… nella vita pubblica non ci comportiamo in modo illecito, soprattutto a causa del rispetto, perché diamo ascolto a coloro che di volta in volta sono in carica e alle leggi, specialmente quelle che sono stabilite per aiutare le vittime di ingiustizia e quelle che, senza essere scritte, portano a chi le viola una vergogna comunemente riconosciuta…: presentiamo la città aperta a tutti, e non succede mai che con le espulsioni di stranieri noi impediamo a qualcuno di conoscere o di vedere qualche cosa, da cui un nemico potrebbe trarre vantaggio vedendola, se non fosse nascosta: non abbiamo maggior fiducia nelle misure preventive e negli inganni che nel coraggio che proviene da noi stessi e che mostriamo al momento di passare all’azione”.
Tucidide Storie II passim (G. Donini)
La Costituzione italiana è una costituzione inequivocabilmente antifascista, nata per porre fine al fascismo e alla guerra, dal consenso di tanti di differenti posizioni che hanno voluto prendere una distanza netta e indubbia da tutto ciò che ha caratterizzato il Fascismo: la discriminazione come scelta (con la conseguenza delle leggi razziali), la concezione totalitaria del potere, la cancellazione delle libertà individuali e sociali, il rifiuto sprezzante del diritto internazionale. L’antifascismo della Costituzione sta pertanto nei suoi cromosomi, nell’architettura fondante del sistema. Noi, docenti e collaboratori scolastici del Liceo Classico Cairoli di Varese, intendiamo esprimere la nostra completa solidarietà alla prof.ssa Annalisa Savino, dirigente del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, per il suo intervento a seguito dei gravi fatti accaduti davanti al Liceo Classico Michelangiolo della stessa città. Abbiamo voluto far precedere la nostra dichiarazione dalle parole di Pericle, pronunciate quasi 2500 anni fa, che ci insegnano che “politica” è essere cittadino responsabile ed essere umano nel più profondo significato. Educare quindi alla “politica”, cioè a essere cittadino, è il primo dovere che chi lavora nel mondo dell’educazione si deve porre, nel rispetto della nostra Costituzione che appunto all’Antifascismo si richiama espressamente, come ben sa un Ministro che in nome di questa Costituzione ha dovuto prestare giuramento prima di iniziare il suo mandato. La dirigente Savino ha svolto quindi pienamente la sua funzione educativa nella lettera che ha inviato ai suoi studenti, invitandoli a non essere indifferenti, a non sottovalutare o minimizzare gli atti di violenza e a difendere la democrazia con l’unica e più forte arma: la Cultura.
Riteniamo perciò che nessun diritto di censura (e neppure minaccia di censura) debba appartenere a un Ministro nei confronti di un dipendente pubblico nell’atto di esercitare il suo diritto di parola e la sua funzione educativa, nel richiamo e nel rispetto della nostra Costituzione. Segnaliamo inoltre che episodi di violenza insieme a forme di controllo di pensiero sono un pericolo che ci deve vedere tutti (noi, la società civile e democratica) sempre vigili e attenti. Chiediamo pertanto che nessun provvedimento sia preso nei confronti della dirigente Annalisa Savino e contemporaneamente che sia garantita a tutti la sicurezza nei confronti di un pericolo neofascista mai sopito e che sembra in fermento.
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