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Vivaio Saronno saluta l’avvocato Angelo Proserpio

Lo ricorda con le parole che lo stesso Proserpio pronunciò nell’incontro di Officina Vivaio del 15 febbraio 2022

Generico 20 Feb 2023

“Lasciamo ad Angelo Proserpio, inestimabile compagno di strada, spiegare il senso profondo del rapporto che abbiamo con la terra, intesa non solo come il pianeta in cui viviamo ma anche come natura che ci circonda, nel giorno in cui l’abbiamo accompagnato nel suo ultimo viaggio” spiega in una nota Vivaio Saronno, il progetto nato per raccontare la rigenerazione urbana dell’ex Isotta Fraschini, uno degli ultimi progetti in cui l’avvocato Proserpio si era immerso. La nota arriva nel giorno dei funerali di Proserpio, deceduto lo scorso 21 febbraio dopo una lunga malattia. “Queste le sue parole, che potete trovare nel video della serata di Officina Vivaio “L’armatura del progetto: il parco da 60.000 mq” a partire dal 1:14 minuti. Parole che non dimenticheremo. Grazie Angelo”.

«Quello che si farà, a parte la parte forestale dei 13.000 mq, dovrebbe essere improntato al tema di quella che sarà la “lectio magistralis” – perché sarà sicuramente una “lectio magistralis” – del 23 di Giancarlo Consonni, cioè di come possa l’essere umano vivere e convivere in un ambiente in cui le funzioni essenziali della sua vita quali l’abitare e il lavorare si armonizzano con la presenza della natura, che allo stesso tempo lo conforta e lo distrae.

Perché questo? Perché Giancarlo Consonni ha scritto molti anni fa un libro bellissimo che s’intitola “Dalla radura alla rete”. Noi oggi siamo immersi nella rete però bisogna tornare un po’ alla radura. La radura in termini di sfumature da cogliere, di “levitas” e di leggerezza, di penombra, il fatto che al Parco Nord non ci siano luci accese di notte vuole dire che la penombra è fondamentale per la vita dell’uomo. E quando questa sensazione, questo fatto di dover vivere nella natura in questo modo, in armonia con la natura, prende piede, noi ci sentiamo tutti più tranquilli.

Il problema è, come ho letto in una chat a proposito della serata scorsa, «Sì vabè ma dopo lì gli spacciatori… voglio vederli, i drogati, ecc. come si fa?». Certo il problema è che la città non si protegge con [omissis] ma con le strutture che fanno sì che la città possa chiamarsi con la “C” maiuscola. C’è la “civitas”, cioè il fatto di vivere insieme, che deve diventare fondamentale.

Noi questo progetto l’abbiamo fatto anche e soprattutto pensando alle generazioni future. E le generazioni future sono quelle che non devono andare via dall’Italia e non devono andare via da Saronno. E allora se i giovani saronnesi, insieme a quelli che altri verranno, magari grazie all’Accademia di Brera, vivranno continuamente in questo ambiente insieme con la natura potranno dare una risposta anche a chi è oggi è scettico rispetto a un progetto del genere.

Infine, consentitemi un excursus, una digressione colta ma a mio giudizio molto suggestiva, molto significativa. Se noi chiamiamo “Armatura” questo tratto di verde, che sta al centro di Saronno e percorre quelli che saranno i manufatti edilizi che sorgeranno a partire dall’Accademia di Brera e del museo, è perché pensiamo che sia, l’ha detto prima Gorla, la cosa più importante di questa iniziativa. Fare leva sul verde per giustificare tutto il resto.

Guardate che far leva sul verde significa far leva sul rapporto che abbiamo con la terra, che si struttura in tanti modi, dall’agricolo a quello sportivo a quello del piacere e della bellezza di un giardino. Quando ho detto “la piccola digressione colta” mi riferisco al fatto per esempio che in tutte le culture il giardino e quello che sta sotto il giardino, che crea la vita delle piante, degli animali, l’ecosistema, può essere o inquietante o gioioso.

Ci sono le divinità ctonie, che sono quelle dell’antica Grecia. Pensate alla schizofrenia della leggenda di Proserpina, che era terrorizzata dall’idea di andare per sei mesi sotto terra però era felicissima di tornare per sei mesi sopra perché Ade glielo consentiva. Ecco, c’è una concezione terra e della piccola terra, di quella che sta al fianco di noi – nel nostro giardino, nel nostro parco – che ci deve tornare a permeare nei termini di una natura che dicevo prima e che Consonni ha citato in quel suo libro, della leggerezza. Perché è nelle culture dell’umanità.

Per esempio, io ho avuto modo di constatare quello che è successo in Bosnia con i cimiteri delle fosse comuni, oppure di coloro che sono stati sepolti – i partigiani della guerra ’92/’93 – sulle colline attorno a Sarajevo. La visita che i loro parenti fanno sulla collina la fanno non tanto perché lì c’è la tomba ma perché lì c’è una collina con del verde e sotto c’è qualcuno. E quindi questo concetto della terra, del ritorno alla terra è fondamentale.

Allora se noi attraverso questa “armatura” ricreiamo, anche lentamente, perché guardate che sono concetti che posso dire qui perché siete molto attenti, vedo, ma non posso dirli in questo momento a centomila persone. Però guardate che se noi ricreiamo il rapporto anche [omissis] tutti nello stesso tempo che mio, in questo senso [omissis] a creare i presupposti perché li formi una nuova città, che è quella che i saronnesi aspettano da tanto tempo, insieme a tutto quello che attorno si può sviluppare e come esempio che contamina».

Angelo Proserpio

Redazione Saronnonews
saronnonews@gmail.com
Noi della redazione di Saronnonews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.
Pubblicato il 23 Febbraio 2023
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