Chiodi: “Nuova stagione in sinergia con la città, riconoscendo il lavoro fatto fino ad ora”
L'intervista al nuovo direttore artistico del teatro Giuditta Pasta di Saronno, Andrea Chiodi: dal passaggio di consegne con Masciadri, alle anticipazioni sulla nuova stagione, fino al rapporto di collaborazione con i teatri di Milano
Dovrebbe arrivare tra la fine di maggio e l’inizio di giugno la presentazione della nuova stagione teatrale 2023-2024 del teatro Giuditta Pasta di Saronno. È stato infatti recentemente nominato il nuovo direttore artistico del teatro saronnese, il regista teatrale varesino Andrea Chiodi.
Classe 1979, Chiodi è uomo di teatro: tra le diverse attività professionali dal 2010 è ideatore e direttore della rassegna Tra Sacro e Sacro Monte e dal 2018 è direttore artistico della stagione di prosa del teatro di Varese.
Come sarà la nuova stagione teatrale del Giuditta Pasta? «Sto lavorando per presentare prima dell’estate il progetto artistico 2023-2024, in sinergia con la città. Voglio conoscere la città sempre di più, gli operatori della città e chi ha cuore questo teatro. Vorrei che diventasse ancora di più un luogo aperto alla città. Tutto ciò rispettando e tenendo d’occhio tutto quello che è stato fatto precedentemente».
Si spieghi meglio. «Qui è stato fatto un lavoro importante negli anni passati. Ho parlato con il precedente direttore, Oscar Masciadri, perché lui ha avuto in mano il teatro in un momento davvero difficile per il teatro italiano. È importante non buttare via tutto quello che è stato fatto, ma anzi è necessario riconoscere il lavoro fatto. Io arrivo in un luogo che è stato abitato da altri, arrivo quindi con il rispetto di quello che è stato fatto fino ad adesso. Ci tengo molto a ribadirlo perché è giusto, sia per chi ha sostenuto economicamente il teatro fino ad ora, come l’amministrazione comunale e gli sponsor, che hanno sostenuto un progetto che va rispettato. Di quello che è stato fatto non si butterà via nulla, il mio sarà semplicemente un cambio di passo dovuto al fatto che sono una persona diversa, che di professione fa il regista, quindi metto in campo questa mia specificità».
Qualche anticipazione sulla nuova stagione? «L’idea è quella di lavorare su una stagione di prosa, coinvolgendo artisti importanti del panorama teatrale italiano con cui ho avuto la fortuna di lavorare. Voglio lavorare anche su tutta la parte dell’intrattenimento, con la comicità, i musical, gli spettacoli per famiglie, il lavoro con le scuole e con bambini. Tutto un lavoro che qui è già stato fatto: voglio portarlo avanti e dargli un taglio che mi appartiene».
In foto, il teatro di Saronno
Ha pensato a progetti specifici per il Giuditta Pasta? «Vorrei lavorare a progetti speciali con le compagnie di teatro contemporaneo. Mi piacerebbe anche riportare un paio di appuntamenti di danza contemporanea e creare degli incontri di approfondimento in rapporto con le realtà della città. Vorrei creare qui un salotto culturale, uno spazio di confronto con gli artisti e serate con esperti che possano essere di supporto ad esempio all’attività scolastica degli istituti della città».
La vicinanza con la città di Milano cosa può portare al teatro Saronno? «Direi tante cose belle e interessanti. L’idea è collaborare anche con teatri importanti di Milano, per portare qui anteprime, debutti di spettacoli. Mi piacerebbe che questo luogo potesse anche essere un luogo di sperimentazione, perché spesso i palcoscenici di Milano fanno più fatica a poter avere tanti giorni per sperimentare progetti nuovi. Mi sto muovendo per creare relazioni con teatri importanti di Milano».
Come pensa di impostare il lavoro? «Vorrei incontrare da subito le realtà della città: dalle insegnanti delle scuole, alle associazioni, le imprese, le realtà che possono stringersi intorno al teatro. Anzi, mi rendo disponibile a chiunque voglia incontrarmi per proporre idee. Vorrei che il teatro fosse sempre di più il teatro della città, in sinergia con le realtà del territorio e l’amministrazione comunale. Il desiderio è anche quello di creare un lavoro molto ben coordinato con gli altri eventi culturali della città. Non è un lavoro immediato e semplice, richiede dedizione, ma è quello che mi piace e mi diverte fare».
Come vede questo nuovo incarico? «Sono contento, perché sono sempre delle sfide interessanti. Spero di poter portare qui le cose che faccio, che vedo e che frequento in giro per l’Italia».
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