La siccità continua, scorte d’acqua sempre più basse: “Il Po è già messo peggio rispetto al 2022”
L'ondata di siccità continua e le scorte idriche si assottigliano sempre di più, con il Po che ha già un livello più basso rispetto al 2022: "Questa crisi idrologica pare senza fine"
Leggenda vuole che in questi giorni una merla e i suoi piccoli si ripararono in un comignolo per ripararsi da freddo e neve. Il 29 gennaio iniziano infatti i cosiddetti giorni della merla che, se fossero ambientati ai giorni nostri, sarebbero ben diversi: temperature sopra lo zero anche a doppia cifra e assenza di neve e pioggia. Una situazione anomala che continua senza soluzione di continuità e che per questo preoccupa sempre più, con un deficit idrico che si fa sempre più marcato e che sta mettendo una seria ipoteca sulla prossima stagione estiva.
Nell’ultimo bollettino di Arpa la stima delle scorte idriche nel bacino del Lago Maggiore -che sommano cioè la neve sulle montagne e l’acqua presente nei bacini e nel Verbano stesso- ammonta a 657 milioni di metri cubi, un valore lievemente in crescita rispetto alla settimana precedente (+1,2%) ma che non segna certo un’inversione di rotta. Rispetto alla settimana precedente, infatti, il deficit con le medie del periodo si aggrava ulteriormente con un ammanco del 51,4% dell’acqua che normalmente dovrebbe esserci. Questo perchè in una stagione normale la neve sulle montagne dovrebbe continuare ad accumularsi, portando le scorte d’acqua a crescere in maniera molto più significativa.
Ma se questa fotografia riguarda il bacino del Verbano allargando l’inquadratura lo scatto non migliora, anzi. Il bollettino settimanale dall‘Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue si parla di una “crisi idrologica che pare senza fine” per la pianura padana. Ed è il Po -il fiume che la attraversa- a mostrare quanto questa crisi sia grave con il “Grande Fiume [che] ha attualmente una portata inferiore a quella dello scorso anno”.
«La critica condizione idrica del fiume Po si trascina da Dicembre 2020 e condiziona l’economia agricola, nonchè l’agroalimentare della principale food valley italiana e riconosciuta eccellenza mondiale: la Pianura Padana – evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – E’ necessario un nuovo approccio nell’affrontare una situazione di crisi dall’accelerazione inattesa, che la caratterizza come ormai endemica: bisogna mettere da parte ogni goccia d’acqua, aumentando la permanenza sul territorio di apporti idrici sempre minori. E’ indispensabile una nuova cultura, che metabolizzi come i cambiamenti climatici stiano determinando la fine dell’abbondanza idrica sul Nord Italia e quindi sia necessario creare le condizioni infrastrutturali per garantire omogenee riserve idriche al Paese, pena l’abbandono di qualsiasi prospettiva di autosufficienza alimentare».
Qualcosa, comunque, prova a muoversi. A Varese, ad esempio, si stanno cercando nuove fonti per rifornire di acqua la rete idrica della città. Una molto promettente è stata trovata in Valle Olona e proprio in questi giorni sono in corso le analisi per capire se poterla collegare alle tubature. (LEGGI QUI)
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