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Accampamenti dello spaccio, pistole e machete in stile narcos: sgominata associazione di pusher nel Parco delle Groane

Vasta operazione per colpire la rete di pusher attiva nell'area verde al confine tra le province di Milano, Como e Monza Brianza. Militari in azione anche nel Varesotto

carabinieri luino valcuvia spaccio nei boschi

Una corposa operazione dei Carabinieri ha portato all’arresto ben 24 persone accusate di essere responsabili di un vasto giro di spaccio di stupefacenti all’interno del Parco delle Groane, l’area verde che comprende una trentina di comuni tra le provincie di Milano, Como e Monza Brianza, a pochi chilometri da Saronno. (foto di repertorio)

I militari sono entrati in azione nelle prime ore di oggi, martedì 20 dicembre, nelle provincie di Monza e Brianza, Varese, Milano, Palermo e Alessandria: l’operazione è stata condotta dai Carabinieri della Compagnia di Desio con il supporto dei reparti competenti sui diversi territori interessati.

Secondo le prime informazioni comunicate, l’associazione di pusher attiva nel Parco delle Groane aveva impiantato veri e propri “accampamenti dello spaccio” ed era fornita di pistole e di machete utilizzati come deterrente ma anche per minacciare chiunque avesse ostacolato l’attività.

L’operazione dalle prime ore di martedì 20 dicembre nelle province di Monza e della Brianza, Varese, Milano, Palermo e Alessandria, portata a termine dai militari della Compagnia Carabinieri di Desio, con il supporto di quelli dei reparti territorialmente competenti.

Le indagini hanno permesso di smantellare non soltanto il traffico di droga, ma anche il livello superiore rappresentato da un sodalizio criminale, operante e persistente all’interno del “Parco delle Groane”.

I militari della Tenenza di Cesano Maderno ha arrestato il primo gruppo di indagati: dodici sono finiti in carcere e uno agli arresti domiciliari. Si tratta di 8 marocchini, 3 italiani e 2 albanesi, ritenuti responsabili, a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e porto abusivo di armi.

Gli arresti scaturiscono dall’attività investigativa, condotta per circa tre anni dai militari della Tenenza di Cesano Maderno e che hanno consentito di scardinare una strutturata rete organizzata di smercio di cocaina, eroina e hashish, in grado di alimentare un consistente mercato della droga, in modalità take-away h24, all’interno dell’area boschiva – dove ogni elemento dell’organizzazione aveva un ruolo ben preciso (capi/organizzatori, addetti alla vigilanza, autisti e fornitori specifici per tipologia di stupefacente, in grado di procurare anche un kg di droga per volta) e che non ha trovato una battuta d’arresto neppure nel periodo della “zona rossa”, in piena emergenza Covid, e durante l’abbondante nevicata dello scorso inverno. Dagli accertamenti è stato rilevante potere verificare che i pusher, in diversi orari del giorno e della notte, erano appostati tra gli alberi, pronti a vendere dosi a folti gruppi di acquirenti che giungevano da diverse località, attraverso le tratte ferroviarie confluenti alle vicine Stazioni Ferroviarie.

Grazie alle indagini sono stati eseguiti 18 arresti in flagranza di reato, mentre sono state monitorate un migliaio di cessioni di stupefacente, con la denuncia di ulteriori 11 persone, che, non facendo parte dell’associazione, sono state ritenute responsabili, a titolo individuale, di attività di spaccio. Identificati in tutto 113 assuntori.

La seconda tranche dell’inchiesta ha riguardato un secondo gruppo di indagati, composto da 11 soggetti pregiudicati (tutti di nazionalità e origini magrebine), anch’essi operanti all’interno del Parco, ritenuti corresponsabili di riciclaggio, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, lesioni gravissime e detenzione illegale in luogo pubblico di armi da fuoco.

In questo caso, l’analisi condotta dai carabinieri della Sezione Operativa di Desio, si è sviluppata in sinergia con diverse Forze di Polizia europee, consentendo di individuare il “Parco delle Groane” quale epicentro dell’intera indagine, avviata nel mese di agosto 2019, a seguito dell’aggressione subita da due cittadini senegalesi che si erano introdotti nella fitta vegetazione del parco. Uno veniva attinto da un colpo di pistola, l’altro accoltellato con un “machete, ad opera di due soggetti descritti come “magrebini”.

Da subito è parso chiaro che l’azione delittuosa era scaturita per ragioni legate al mondo degli stupefacenti, e pertanto le susseguenti attività investigative, si sono concentrate sul fenomeno dello spaccio, consentendo di ricostruire e documentare pienamente l’incessante stato di illegalità posto in essere da un nutrito gruppo di pusher che dimoravano stabilmente di quel reticolato di parco naturale, convertito in punto vendita delle più comuni e pericolose droghe: eroina, cocaina e hashish.

Così, a seguito dell’efferato episodio, nell’arco temporale compreso tra settembre 2019 e il 2022, le indagini si sono proiettate, attraverso metodi tradizionali, massicce e costanti attività di controllo degli assuntori e attività tecnica, ed hanno consentito agli inquirenti di delineare progressivamente i contorni di  un persistente e dimorante gruppo di soggetti di origine magrebina la cui filiera si stava rafforzando dal volume di affari proveniente dalla vendita dello stupefacente ai numerosi clienti che entravano e uscivano dal parco e di essere gli approvvigionatori dello stupefacente, in particolare della cocaina e dell’hashish.

Ne conseguiva l’individuazione di un più vasto e articolato traffico di sostanze stupefacenti di portata internazionale.

Infatti, l’escalation di grossi quantitativi di droga smerciata e le cospicue transazioni di denaro, hanno permesso agli inquirenti di potere disegnare una vera e propria “via della seta” che collega l’Olanda con il pregiato polmone boschivo italiano.

Grazie anche alla collaborazione con la Landespolizei tedesca e della Guardia Civil spagnola, in varie occasioni si è riusciti a frenare l’ingresso dello stupefacente nel nostro territorio. Tuttavia gli ingenti flussi di denaro “guadagnati” in maniera redditizia ha concesso agli indagati di potere velocizzare l’acquisto di pregiate autovetture che venivano utilizzate per potere valicare la frontiera nazionale.

Di strategica importanza il ruolo rivestito, nel citato sodalizio, da due dei tre soggetti destinatari delle odierne misure.

In particolare, nel dicembre 2019, i militari di Desio mettevano a segno un duro colpo nei confronti degli spacciatori attraverso un arresto in flagranza e il conseguente sequestro di 400.000 € e di 12 kg di cocaina proveniente dall’Olanda, risultato questo collegato in similitudine ad altre pregresse nove transazioni, per un valore complessivo di guadagno di oltre quattro milioni di euro e la vendita di centoventi kg di cocaina, dando evidenza pratica della solidità del business criminale.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 20 Dicembre 2022
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