90 giorni per lasciare casa: da Saronno il grido di aiuto di Giuseppe
Dal 1985 è costretto in una carrozzina, a causa di un terribile incidente che cambiò la sua vita. Dal 1988 vive in quella che fino al 2017 era una comunità alloggio per disabili, che ora dovrà lasciare
90 giorni di tempo per lasciare la casa in cui vive da 34 anni. È l’incubo in cui si trova immerso Giuseppe Legati, 62enne di Saronno, da ben 37 anni disabile tetraplegico, a causa di un terribile incidente stradale che nel 1985 gli causò una severa lesione al midollo spinale.
Giuseppe contatta VareseNews per raccontare la sua storia e chiedere un aiuto. Nato all’ospedale di Saronno e cresciuto a Cogliate, dal 1988, tre anni dopo l’incidente che cambiò per sempre il corso della sua vita, vive in un appartamento in via Ungaretti a Saronno, all’interno di quella che dal 1996 al 2017 divenne la comunità alloggio per disabili “Il dono”, gestita da un’associazione religiosa.
Giuseppe racconta della sentenza del tribunale di Busto Arsizio dello scorso 30 novembre, che gli ha dato 90 giorni di tempo per liberare l’appartamento, per via delle scelte della proprietà. «Sono in grande difficoltà economica, vivo di pensione e ho bisogno di assistenza, in più dovrò lasciare la casa in cui mi trovo da 34 anni – spiega l’uomo -. Potete immaginate il mio stato d’animo, quello che rischio ora è lo “sfratto”».
«Ora dovrò andare in un’altra casa, con spese di affitto luce, gas, acqua e non riesco a pagare tutte queste cose con solo la mia pensione. Nel luglio 2022 ho fatto domanda per le case popolari, ma quello che non vorrei mai è finire in una Rsa, perché sarebbe sicuramente la mia morte».
Giuseppe ci spiega che quello che lo spaventa di una residenza sanitaria assistenziale è lo stravolgimento della propria vita e delle proprie abitudini quotidiane: «Non potrei sottostare ad altre “regole” che mi impediscono di uscire, di ascoltare musica e di essere libero come vorrei. Amo la vita, la libertà e ogni giorno, nonostante le mie difficoltà fisiche e le mie sofferenze, vado avanti con il sorriso, lottando con forza e coraggio senza arrendermi mai. Ho anche una carrozzina elettrica che mi consente di muovermi e di andare in città, dove ho conosciuto molte persone che poi sono diventate amici. Amo il mare e il sole, che mi danno tanta energia vitale».
Da qui l’appello a ricevere un aiuto: «Da qualche anno ho perso anche mio papà e ho finito i miei risparmi. Ora mi sento solo. Però voglio continuare ad avere fiducia e speranza nella vita e nell’aiuto delle buone persone, chi può mi aiuti».
Chiunque vuole contattare Giuseppe, può farlo all’indirizzo e-mail trionfo@gmail.com.
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