Ospedale di Saronno, il neo assessore Bertolaso: “Presto lo visiterò”
La situazione dell'Ospedale di Saronno al centro del question time in consiglio regionale
Il destino dell’Ospedale di Saronno è stato al centro del question time di Gigi Ponti (consigliere regionale del Partito Democratico), che ha preso spunto dalla lettera sottoscritta da diciannove sindaci dei Comuni della zona, e proposta dal sindaco di Saronno, Augusto Airoldi, circa il ridimensionamento del nosocomio che rischierebbe anche la chiusura.
Il neo assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, ha dichiarato che visiterà quanto prima il Presidio Ospedaliero di Saronno, che non è comunque soggetto ad alcuna procedura di ridimensionamento.
L’assessore ha ripetuto i punti a sostegno delle posizioni di Regione Lombardia: tranne il Punto Nascite, tutti i reparti temporaneamente trasferiti a Busto Arsizio durante la pandemia sono stati riattivati, taluni con modalità ambulatoriale. Sono in corso interventi di miglioramento strutturale in tutti e tre i padiglioni del nosocomio saronnese mentre sul territorio sono stati impegnati fondi del PNRR per complessivi 2.734.000 euro per il sito di via Stampa Soncino e di 641.000 per la Casa di Comunità di via Fiume. Altri 2.881.000 euro sono stati stanziati per l’acquisto di una TAC a 128 strati e di un acceleratore per la Radioterapia che sarà collocato nella UO di Medicina Nucleare. Quanto alla carenza di medici, sono 53 le procedure concorsuali già espletate e altre 14 saranno completate entro gennaio 2023.
«Vorremmo sapere quale sarà il destino dell’ospedale che, visto il ridimensionamento della struttura e la gravissima mancanza di personale, rischia di passare da struttura di primo livello a presidio territoriale, nonostante abbia un bacino di utenza di 180 mila abitanti, al confine tra le province di Varese, Monza e Brianza, Milano e Como – hanno spiegato i consiglieri Ponti e Samuele Astuti -. Alla lettera fino ad oggi non è stata data risposta. Per questo oggi abbiamo riproposto in aula le domande dei sindaci e chiesto di sapere quali sono i reparti attivi, quali riapriranno, ma soprattutto che personale sarà assunto per colmare le mancanze che, a breve termine, rischiano di portare alla paralisi dell’intero nosocomio. I dati forniti in aula – concludono i consiglieri dem – non corrispondono purtroppo a quelli reali. Difficile pensare che un ospedale di primo livello possa essere operativo con un numero molto esiguo di anestesisti strutturati e con numerosi servizi chiusi da anni, che la Regione ha promesso di riaprire, ma ad oggi non sono ancora operativi. Del resto, per coprire gli attuali posti letto attivi, per ammissione dello stesso assessore, è necessario assumere 8 infermieri, due tecnici di laboratorio e 27 medici. Bertolaso ha promesso di incontrare i sindaci la settimana prossima. È un primo passo, che ci auguriamo preluda a un impegno reale per un ospedale centrale per i nostri territori».
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