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In fuga dalla martoriata Mogadiscio tornerà ad arbitrare: si avvera a Saronno il sogno di Siyad

La prima designazione è questione di giorni: già consegnata la divisa ufficiale. “Presto gli daremo la possibilità di tornare in campo a vivere con gioia la sua passione”

Generico 31 Oct 2022

Sono le idee chiuse nella testa a tenere vive le persone, anche nei momenti peggiori, e quando l’orrore finisce il pensiero diventa desiderio e qualche volta si avvera. La storia di quanto avvenuto a un giovane ragazzo scappato dalla guerra nel suo Paese, il Corno d’Africa, viene raccontato dall’Associazione Italiana Arbitri (Aia) con un contributo di Luca Calamai che nella sezione di Saronno porta a galla la storia di Siyad Ali Hussein, scappato due anni fa dalla sua Somalia, flagellata da guerra civile e violenza lasciandosi alle spalle «tanti affetti, tante persone care e una bella esperienza da arbitro della Premier League della Somalia».

Il viaggio della speranza l’ha portato prima in Turchia con l’obiettivo di arrivare in Italia. E ricominciare la propria vita magari proprio indossando scarpe e tuta da calcio e tenere fra le labbra un fischietto. E ce l’ha fatta. «Siyad Ali Hussein aveva in testa di arrivare in Italia. E c’è riuscito. Prima è sbarcato a Crotone poi è stato trasferito al Centro accoglienza di Milano. Pensando al suo passato è riapparsa la sua “vita da arbitro”. Tornare a dirigere le partite era un altro modo per chiudere un cerchio».

Alberto Zaroli, Componente del Comitato Nazionale e Davide Rosio, Presidente della Sezione di Saronno gli hanno aperto le porte dell’Aia. «Per la nostra Associazione – spiega il Presidente Alfredo Trentalange – l’inclusione è un principio basilare. Siamo felici di aver spalancato le porte della nostra casa a Siyad Ali Hussein e presto gli daremo la possibilità di tornare in campo a vivere con gioia la sua passione».

La prima designazione è questione di giorni. Massimo di settimane, spiegano dall’Aia di Saronno. Hussein ha tutti i documenti in regola e presto completerà le visite mediche necessarie per poter tornare a dirigere una partita di calcio. Alberto Zaroli e il Presidente della Sezione di Saronno gli hanno consegnato la divisa ufficiale in un momento che è stato veramente toccante (nella foto). Ed è solo l’inizio di una nuova storia tutta da vivere. Lontano dalla guerra. La favola di questo ragazzo somalo è stata raccontata anche al Presidente della FIGC Gabriele Gravina, che, durante la conferenza stampa di presentazione dell’Integration League, progetto promosso dalla Lega Pro insieme a UNHCR e Projet School ha osservato: «Questo è il nostro calcio dei valori. La FIGC crede in un calcio sempre più aperto, inclusivo e dove tutti, uomini o donne che siano, bambini o bambine che siano, possono essere messi nelle condizioni di giocare, divertirsi e esprimersi al meglio come persone».

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Pubblicato il 05 Novembre 2022
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