Attac Saronno: “Casa di Comunità o casa dei misteri?”
Si è espressa in maniera critica Attac Saronno sulla prossima apertura della prima Casa di Comunità a Saronno, quella in via FIume 12, prevista per il 28 ottobre
Si è espressa in maniera critica Attac Saronno sulla prossima apertura della prima Casa di Comunità a Saronno, quella in via FIume 12, prevista per il 28 ottobre (ne abbiamo parlato qui).
“Né Asst Valle Olona né il Comune capo-distretto Saronno si sono mai presi la briga di preparare la cittadinanza all’arrivo un servizio di medicina di prossimità” spiega in una nota Attac Saronno (la foto di copertina è d’archivio).
Il 28 ottobre apre la Casa della Comunità di via Fiume a Saronno
L’associazione saronnese continua: “Impossibile? Certo che no! Nella scorsa primavera avevamo addirittura organizzato una serata pubblica su Casa della Comunità e partecipazione, intervistando un’amministratrice locale dell’Emilia Romagna, che ce l’aveva descritto nel dettaglio come stavano facendo dalle sue parti. Un’assessora di centrosinistra. Come l’amministrazione di Saronno, che – a parte generiche parole di circostanza – non ha mai avuto la volontà di far partecipare i propri cittadini alla definizione degli obiettivi di questo importante servizio. E non solo”.
Tra i dubbi espressi da Attac Saronno c’è quello ad esempio sul Punto Unico di Accesso, a cui i cittadini si potranno rivolgere per questioni sia sanitarie che socio-sanitarie “e tuttavia – scrive Attac Saronno -, non si ha traccia della presenza di assistenti sociali tra il personale previsto al suo interno. In effetti dovrebbe trattarsi di personale anche comunale, che però non risulta al momento essere stato coinvolto nell’organizzazione del servizio. Saremmo felici di essere smentiti dal Sindaco”.
“Ci sarà dialogo con i Medici di Medicina Generale o si darà seguito alla “riforma della cronicità” della regione, sostanzialmente bocciata dai cittadini, ma che viene fatta rientrare dalla finestra, magari con l’aiuto di una cooperativa del territorio specializzata nel lavoro con i malati cronici?” – continua la nota di Attac -. “I Medici di Medicina generale sono l’architrave delle Case di Comunità, ma non ci sono accordi con loro. Forse perché si pensava di coinvolgerli attraverso la cooperativa “Medici Insubria”, che però si è apparentemente tirata indietro, anche se gestirà a Cislago “un punto prelievi due volte a settimana”? È vergognoso far partire così servizi socio-sanitari tanto importanti, specie dopo una pandemia devastante”.
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