Furti nelle sale slot e nei tabacchini da Novara a Monza, sette arresti dei Carabinieri
La refurtiva, del valore di mezzo milione di euro, veniva piazzata sul mercato nero in parte sul territorio milanese e in parte in Romania con la collaborazione dei rispettivi famigliari
Smantellata un’organizzazione dedita ai furti e attiva su diverse province. Sono accusati di almeno 14 furti in sale slot e bar tabacchi oltre al furto di 16 targhe e di 9 veicoli usati per i colpi.
Nel corso della mattinata del 20 ottobre, nelle province di Milano, Pavia e Monza Brianza, i Carabinieri della Sezione Operativa del NOR della Compagnia di Corsico insieme ai colleghi della Stazione di Cornaredo hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di 7 soggetti di nazionalità rumena. Due sono stati tratti in arresto in quanto gli altri 5 destinatari al momento risultano irreperibili, poichè rientrati nel paese di origine. Tutti insieme sono ritenuti responsabili del reato di associazione finalizzata alla commissione di furti aggravati, commessi nelle province di Milano, Novara, Verbania, Bergamo e Monza Brianza.
Il provvedimento scaturisce dall’attività investigativa avviata dalla Sezione Operativa del NOR della Compagnia di Corsico assieme alla Stazione di Cornaredo (MI) nel mese di febbraio del 2022, a seguito di una serie di cinque furti commessi, con lo stesso modus operandi, in danno di bar-tabaccherie site sul territorio comunale di Cornaredo, nel mese di novembre 2021 e nella prima metà di gennaio 2022.
Dalle indagini condotte si è accertato che gli appartenenti alla banda erano inseriti stabilmente ed in via continuativa in un gruppo criminale dedito alla commissione seriale di furti, e connotato da particolare professionalità e mobilità nelle aree di Milano e delle province limitrofe.
Il sodalizio criminale agiva con un modus operandi collaudato e ben rodato nel tempo, dimostrando particolare spregiudicatezza ed esperienza criminale nello specifico settore, ricorrendo finanche ad accurati escamotage per eludere le tradizionali attività investigative della Polizia Giudiziaria (applicazione targhe rubate poco prima dei furti, studio ed analisi preventiva degli obiettivi).
La refurtiva, il cui valore si aggira intorno al mezzo milione di euro, veniva piazzata sul mercato nero mediante contatti fiduciari in parte sul territorio milanese e parte recapitata in Romania al fine di monetizzare attraverso la vendita operata da rispettivi famigliari.
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