Da zero vittorie al trionfo nazionale: il cammino dei ragazzi de La Finestra di Malnate
Coach Lorenzo Favretto racconta la squadra di giocatori con disabilità che questa estate, a Torino, ha vinto il torneo Special Olympics. E alcuni sono volati ad Abu Dhabi con l'Italia
Cosa c’è di più bello che allenarsi con passione e portare a casa un bel risultato? Se a questo si unisce la gioia di essere i migliori, e di far festa per un giorno, ecco che si capisce quanto lo sport può dare a chi è abituato a vivere con un handicap.
A provare sulla propria pelle l’emozione della vittoria sono stati i ragazzi con disabilità intellettiva della squadra di basket de La Finestra di Malnate affiliata Uisp, allenati dal coach Lorenzo Favretto. Il successo è stato coronato a Torino, questa estate, quando i ragazzi della Finestra hanno vinto le finali nazionali di Special Olympics nel 5 contro 5 tradizionale e la medaglia d’argento nel 5 contro 5 unificato (si gioca con 3 ragazzi disabili e due partner normodotati). Difficile contenere l’euforia, che è sfociata in una serata di divertimenti: prima la pizza, poi balli sfrenati in discoteca.
«Ci alleniamo due volte alla settimana a Malnate (il mercoledì al palazzetto di Malnate e il sabato mattina in via Libia) – racconta Favretto – Adesso la squadra è composta da 15 ragazzi. Collaboriamo anche con Malnate Bugs che ci da i suoi ragazzini di 15-16 anni per fare allenamento con noi, come partner. Alcuni dei miei giocatori sono stati convocati in nazionale e due alle Olimpiadi di Abu Dhabi dove abbiamo guadagnato una medaglia d’argento. Un ragazzo è venuto con me agli europei di Ginevra, dove abbiamo vinto, battendo la Francia (in semifinale) e la Germania (in finale)».
Favretto ha iniziato ad allenare i ragazzi della Finestra sette anni fa: un’esperienza positiva, che in un certo senso gli ha cambiato la vita: «Non avevo mai allenato disabili, sembrano frasi fatte, ma con loro non ho avuto problemi di inserimento, ti accettano subito qualsiasi cosa tu faccia e chiunque tu sia. Sicuramente non è come allenare una squadra di “normo”, la parte di tecnica c’è, ma la maggior parte dell’impegno si focalizza sullo stare in squadra, sull’importanza di far segnare il compagno piuttosto che andare a canestro da soli. Si deve far capire loro di essere parte di un tutto» racconta il coach.
Sette anni fa gli atleti della Finestra perdevano tutte le partite, poi le cose hanno cominciato a cambiare e i ragazzi a poco a poco hanno capito cosa significa collaborare per raggiungere un risultato. Per questi atleti, che hanno un’età compresa tra 19 e 48 anni, giocare a basket ha coinciso anche con l’opportunità di viaggiare, approdando per le trasferte a La Spezia, Reggio Emilia, ma anche Ginevra, Abu Dhabi e chissà dove altro ancora. Stay tuned, e vedremo dove sapranno arrivare.
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