Prostituzione nei centri massaggi a Milano, più di 1 milione e mezzo di euro riciclati
I clienti dei centri massaggi pagavano le prestazioni sessuali mediante ricariche di carte di credito ricaricabili fittiziamente intestate a cittadini cinesi: i soldi venivano poi trasferiti su altri conti
Nell’ambito di un’attività di indagine in corso da luglio del 2021 – coordinata dai magistrati del VII° Dipartimento della Procura della Repubblica di Milano e svolta dall’Aliquota Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria – nella mattina di giovedì 16 giugno è stata data esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano, nei confronti di un cittadino cinese residente a Milano per i reati di riciclaggio e indebito utilizzo di strumenti di pagamento diversi dal contante.
A carico dell’indagato sussistono gravi indizi di colpevolezza con riferimento a una continuata attività di riciclaggio di denaro – proveniente anche dall’attività di prostituzione esercitata all’interno di centri massaggi cinesi ubicati in varie città italiane – posta in essere con la creazione di un articolato sistema di successivi trasferimenti del denaro finalizzati a far perdere la tracciabilità della provenienza dello stesso e della sua effettiva destinazione finale.
I clienti dei centri massaggi pagavano le prestazioni sessuali mediante ricariche di carte di credito ricaricabili fittiziamente intestate a cittadini cinesi, irreperibili ma di fatto nella disponibilità dell’indagato, il quale trasferiva le somme introitate verso altre carte di credito ricaricabili – anche queste intestate fittiziamente a cittadini cinesi irreperibili – che venivano poi utilizzate per prelevamenti di denaro contante o per effettuare bonifici verso rapporti finanziari allocati in istituti di credito estoni o lituani.
Gli accertamenti svolti hanno permesso di accertare che nel periodo oggetto di indagine le carte di credito censite hanno complessivamente movimentato, sia in entrata che in uscita, oltre 1.700.000 euro, somma che potrebbe verosimilmente essere oggetto di rivalutazione all’esito dell’esame del materiale probatorio cartaceo e informatico acquisito nel corso delle perquisizioni eseguite, contestualmente all’esecuzione del provvedimento, all’interno dell’abitazione e dell’ufficio dell’indagato.
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