Arco sulla schiena, cesoie in pugno e il bersaglio si avvicina
Dopo due anni di inattività, campi e percorsi di tiro degli Arcieri del Sasso di Altare sono stati invasi dalla boscaglia. I soci del club di Luino-Fornasette sono al lavoro per ripristinarli
Tutti gli sport hanno subito qualche rallentamento a causa della pandemia. Gli Arcieri del Sasso di Altare hanno avuto un vero e proprio stop. Colpa di erba, arbusti e piante selvatiche che hanno letteralmente invaso i campi e i percorsi utilizzati dagli atleti, trasformandoli in una boscaglia. Ma niente paura: gli arcieri sono sportivi concreti, che sanno adattarsi alle diverse situazioni, e che possono superare qualsiasi imprevisto con coraggio, determinazione, concentrazione e buona volontà.
Ecco dunque che gli arcieri hanno momentaneamente riposto archi e frecce per imbracciare cesoie e roncole e riportare il campo di Fornasette, vicino a Luino, alla situazione pre Covid. «Abbiamo chiesto a chi avesse un po’ di tempo libero di mettersi a disposizione e la risposta è stata ottima – spiega Lucio Nasi, presidente degli Arcieri del Sasso di Altare, società sportiva associata a Uisp – Ci organizziamo su mezze giornate di lavoro e contiamo di poter far ripartire la nostra attività – ferma da due anni – tra un mese, massimo un mese e mezzo, così da poter riprendere le gare nella prossima stagione».
Il tiro con l’arco – specialmente quello “dinamico”, con le sagome al posto dei classici tabelloni – è uno sport adatto a chi ama il contatto con la natura. Il gruppo degli Arcieri del Sasso di Altare è formato da una ventina di atleti soci. Il verde li aiuta nella concentrazione, e costituisce il luogo più adatto a organizzare attività anche divertenti, in compagnia di persone legate dalla stessa passione.
«Il tiro con l’arco è uno sport da provare assolutamente – dice Nasi – Ognuno vi trova qualcosa di personale. A me, ad esempio, piace stare all’aperto, nella natura. E adoro la sfida tra me e me. Quando siamo lì, io, il mio arco e le mie frecce, è inutile trovare scuse. Non c’entra il meteo, il vento, o chissà. Quando si sbaglia, la responsabilità è sempre di chi ha scoccato la freccia. Tutto si gioca in quei pochi secondi di concentrazione che precedono il tiro. Sono quei secondi a fare la differenza, un tempo in cui ognuno mette qualcosa di suo, di individuale e per questo speciale e prezioso».
I benefici sono notevoli per il corpo e la mente. Basta solo pensare alla mira. Mirare non significa solo puntare al bersaglio, ma focalizzarsi su un obiettivo, cercando di raggiungerlo con calma e concentrazione. Un insegnamento che è facile riportare alla vita: il tiro con l’arco insegna a vivere con completezza, ma senza ansia e agitazione.
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