Giornata della Memoria delle vittime innocenti delle mafie, a Uboldo il murales dedicato a Falcone e Borsellino
Ad Uboldo, dal 2018, all'ingresso del parco pubblico Falcone - Borsellino, è presente un enorme dipinto su muro che raffigura i due magistrati palermitani, uccisi nel 1992 in due attentati di stampo terroristico - mafioso dall'organizzazione criminale "Cosa Nostra"
Si celebra oggi, 21 marzo, la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, promossa dal 1996 dalle associazioni Libera e Avviso Pubblico e riconosciuta dalla legge dal 2017.
Un’iniziativa nata dal dolore di una mamma che perse il figlio nella strage di Capaci, un dolore che, come spiegano le associazioni promotrici, “diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome”.
Ad Uboldo, a memoria dell’impegno e del sacrificio dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e delle persone della scorta che persero la vita nella strage di Capaci e nella strage di via D’amelio, c’è ad ingresso del parco pubblico di via Ceriani una riproduzione gigante dei due giudici palermitani.
Commissionata dal Comune, l’opera era stata inaugurata nel settembre 2018 alla presenza dell’allora sindaco Lorenzo Guzzetti, dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine, dei bambini delle scuole cittadine e dell’autore del dipinto, l’artista uboldese Fabrizio Vendramin.
Al centro dell’opera, in mezzo ai due magistrati, un bambino, «simbolo delle nuove generazioni – spiega l’artista Fabrizio Vendramin -. L’idea è che lo spettatore che guarda questa immagine possa riflettere sul lavoro portato avanti da questi due grandi uomini dello Stato, che hanno dato la loro vita per gli ideali di giustizia in cui credevano».
In foto, l’uboldese Fabrizio Vendramin
A completare l’opera i nomi di Francesca Morvillo, magistrato moglie di Falcone e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, che persero la vita nella strage di Capaci il 23 maggio 1992 e Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, che morirono nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992.
«Sulla sinistra del dipinto a muro, vicino il giudice Falcone, sono rappresentate le pagine di un libro che volano verso l’alto – dice Vendramin -. Sono parole e idee che prendono il volo ed è una rappresentazione della frase di Falcone “gli uomini passano, le idee restano”».
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«Di solito organizziamo una evento con le forze dell’ordine a maggio, in occasione della ricorrenza della strage di Capaci – commenta il sindaco Luigi Clerici -. Questo monumento per noi è simbolo di legalità ed è significativo soprattutto perché è stato messo all’ingresso delle scuole per significare alle future generazioni il contributo che questi servitori dello Stato hanno dato alla nostra società, per renderla più libera e giusta».
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