“Su Trenord attendiamo ancora una risposta da Fontana”
I comitati pendolari tornano alla carica, dopo la richiesta di togliere le deleghe all'assessore Claudia Maria Terzi: "Non ci è giunta alcuna risposta". E a questo punto rilanciano, chiedendo di chiarire i numeri reali del personale dell'azienda che gestisce il servizio regionale
Perché in Trenord c’è così tanto personale in quarantena e assenti per malattia? La domanda viene posta dai Comitati pendolari, che rilanciano le richieste al presidente della Regione Attilio Fontana per uno “scatto d’orgoglio” per rilanciare il servizio ferroviario in Lombardia.
Settimana scorsa i comitati pendolari avevano chiesto a Fontana di togliere le deleghe all’assessore Claudia Maria Terzi.
«A una settimana dall’invio della lettera dei comitati non ci è giunta alcuna risposta da parte Sua in merito al quesito che ponevamo sul costante degrado del SFR lombardo a partire dal 2018» scrivono oggi al presidente Fontana i comitati delle diverse linee lombarde, comprese quelle delle Nord (che fanno capo a Saronno) e le linee “di confine”, come la Milano-Arona-Domodossola.
«Registriamo però da più parti diversi tentativi per giustificare il disastro del servizio di Trenord nascondendosi dietro la pandemia. Chiudiamo subito la questione osservando che, per giustificare le difficoltà di Trenord, vengono dichiarate percentuali di assenze per positività e quarantene che sono diverse volte superiori sia a quelle medie della popolazione italiana sia a quelle medie registrate nelle aziende italiane di qualsiasi settore merceologico».
«Qualcosa sicuramente non va in questi dati, comunque non ufficiali, oltre che nella stessa Trenord», contestano i comitati. E a questo punto il punto secondo le associazioni dei pendolari diventa un altro: conoscere «l’effettivo stato dell’organico di Trenord rispetto al fabbisogno per il ripristino pieno del servizio ai livelli del 2018».
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