Andrea Alfano, da Venegono Inferiore alla Dakar su un camion carico di storia
A 41 anni il pilota varesotto è pronto all'esordio nel raid più famoso. Guiderà nella categoria "classic" un Unimog appartenuto a Giacomo Vismara. «Per il fuoristrada ho una passione infinita»
Accanto alle categorie di gara consuete, nelle quali il Varesotto a motore schiera Gianni Stigliano tra le moto ed Eugenio Amos tra le auto (nella classe “side by side”), la Dakar 2022 presenterà anche una competizione per vetture cosiddette classic. Automobili e camion del passato, costruiti entro il 2000, pronti a tornare a sfidarsi sulle dune dell’Arabia Saudita, come accadeva una volta nei deserti africani.
E proprio a bordo di un camion, un possente Unimog tedesco, troviamo un altro dakariano di casa nostra, Andrea Alfano, 41 anni da Venegono Inferiore. Alfano sarà il pilota dell’equipaggio numero 919 composto anche dalla romana Simona Morosi e dal toscano Luca Macrini e avrà un compito “misto”: da un lato sarà un partecipante alla gara a tutti gli effetti non senza qualche ambizione, dall’altro dovrà fare da mezzo di assistenza alle tre automobili della squadra R-Team impegnate a loro volta nella categoria “classic”.
Il pilota di Venegono Inferiore è all’esordio sulle piste dakariane ma non è certamente un novizio: nel corso degli anni si è specializzato nelle gare di cross country vincendo il campionato italiano di categoria T2 nel 2017 con la moglie Carmen (su Suzuki Vitara), partecipando alla tappa italiana del mondiale 2018 (e vincendo la graduatoria per i concorrenti del campionato nazionale) e ottenendo altri risultati di rilievo.
Alfano, come si è avvicinato all’esordio nella Dakar?
«Quest’anno ho preso parte all’Europeo raccogliendo tra l’altro un terzo posto assoluto all’Italia Baja e portando a termine la durissima Baja Portalegre disputata in Portogallo in condizioni molto difficili. Mi resta il dispiacere per la Grecia: sono stato fermato da un tampone per il covid risultato positivo nonostante non avessi alcun sintomo. Un episodio che mi ha demoralizzato tanto che avevo pensato di non provare neppure ad andare alla Dakar. Poi si è creata una collaborazione con l’R-Team e alla fine ho deciso di provarci anche se non ho avuto molto tempo, tant’è vero che non mi sto godendo appieno il momento».
L’Unimog-Mercedes con i colori della Ramingo 4×4Il mezzo che utilizzerà in gara ha alle spalle una storia importante
«Esatto. Si tratta di un Unimog U-1550, 6000 di cilindrata, turbo-diesel. Una meraviglia per gli appassionati di questo genere che ho comprato direttamente da Giacomo Vismara, uno degli italiani capaci di vincere la Dakar sui camion. Un mezzo veloce per il suo genere, visto che tocca i 140 orari, ha le sospensioni a molla e lo ritengo molto valido. Lo riporto nel suo habitat – ride il pilota venegonese – visto che l’Unimog ha già corso la Dakar, l’ho già allestito con tutta l’attrezzatura necessaria per svolgere i compiti di assistenza alle altre vetture».
Con quali ambizioni si accosta alla prima partecipazione al Rally Dakar?
«Una gara così lunga, senza il supporto di un team ufficiale, è indubbiamente molto complicata: bisogna dosare bene le forze, evitare di portare troppo al limite il mezzo visto che deve reggere per due settimane in condizioni estreme. Però nella categoria classic non siamo tanti: i camion iscritti sono 20 e devo dire che qualche speranza di fare bene la coltivo. Ovviamente dipenderà anche dalle vetture cui presto assistenza: se dovrò fermarmi ad aiutarle smetterò di guardare alla classifica, ma fa parte del gioco».
La partecipazione a gare importanti come il Portogallo sono già una bella preparazione in vista di un raid così difficile.
«Sì, e correre in condizioni estreme può tornare utile. Però amo dire che “il mio allenamento è il mio lavoro”. Vivo immerso nei fuoristrada fin da ragazzino, li ho fatti diventare una professione perché con la mia azienda, la Ramingo 4X4, mi occupo di preparazione di mezzi, del loro noleggio, porto i clienti in gara e ho un negozio on-line di pezzi di ricambio. La passione per l’off-road mi sta accompagnando lungo la vita e credo di avere una grande volontà, superiore anche alla resistenza che serve per affrontare gare simili».
Orgoglio, passione e tanti sacrifici: Gianni Stigliano è pronto per la sua seconda “Dakar”
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