Cattaneo: “C’è chi si sente parte di una squadra e chi pensa di essere migliore degli altri”
Il capogruppo della lista Saronno Civica con Airoldi Sindaco Mattia Cattaneo risponde alle accuse della consigliera Marta Gilli e commenta quanto accaduto durante l'assemblea cittadina
A Saronno continua il dibattito in seguito al movimentato Consiglio comunale di venerdì 26 novembre.
Dopo la risposta per le rime di Francesco Licata, anche Mattia Cattaneo, capogruppo della lista Saronno Civica con Airoldi Sindaco, rispedisce al mittente le accuse della consigliera Marta Gilli e commenta quanto accaduto durante l’assemblea cittadina.
Cattaneo insieme ai colleghi capogruppo Francesco Licata (Pd) e Francesca Rufini (Tu@ Saronno) aveva infatti presentato un emendamento alla mozione del centrodestra, che modificava sostanzialmente il testo in un semplice invito al Sindaco a proseguire e ampliare le iniziative già intraprese a sostegno del commercio (qui l’articolo).
Posizione che non ha trovato d’accordo la consigliera Gilli, che ha ironicamente definito i capogruppo firmatari dell’emendamento “il trio delle meraviglie”.
«Quanto accaduto nell’ultimo consiglio comunale ha suscitato ampio dibattito e, essendo stato chiamato in causa come facente parte nientemeno che di un “trio delle meraviglie”, non mi esimo dal rappresentare il mio punto di vista – dichiara il capogruppo Cattaneo -. Chiunque abbia praticato uno sport di squadra sa che, nei momenti di difficoltà, l’unico modo per risollevarsi è parlarsi nello spogliatoio, confrontarsi su cosa ha funzionato e cosa, invece, non è andato per il meglio e, dall’allenamento successivo, dare il 110%, tutti. Non si sono mai viste squadre migliorare il proprio rendimento quando il centravanti in un’intervista televisiva mette in dubbio le qualità del portiere o il pivot denigra il playmaker sui giornali. Quando poi i compagni di squadra si mettono a litigare tra di loro o con il mister durante una partita, la sconfitta è assicurata. Ecco, forse la vera distinzione non è tra chi dice che va tutto bene (ma chi poi?) e chi dice che si può fare meglio, ma tra chi si sente parte di una squadra e chi no, perché pensa di essere migliore dei suoi compagni».
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