La storia del plasma iperimmune a Saronno grazie a “La Rivincita”
Sabato 16 ottobre all'Hotel Grand Milan incontro con Antonino D’Anna, giornalista di RPL – La tua radio, che ha presentato il volume “Giuseppe De Donno – Il medico che guariva dal Covid usando il plasma iperimmune”
La storia del plasma iperimmune, la discussa cura ideata dal dottor Giuseppe De Donno presso l’ospedale “Carlo Poma” di Mantova un anno e mezzo fa, non è ancora conclusa.
Ne è convinto Antonino D’Anna, giornalista di RPL – La tua radio, che ha presentato sabato 16 ottobre a Saronno il volume “Giuseppe De Donno – Il medico che guariva dal Covid usando il plasma iperimmune” (Algama editore, disponibile su tutte le piattaforme online anche in formato ebook). A organizzare la serata l’avvocato Carmen Federico, presidente dell’Associazione “La Rivincita”, convinta di avere una vera e propria “missione”: presentare e raccontare la storia di De Donno, prima di tutto uno scienziato e non un uomo oggetto di una vera e propria campagna denigratoria terminata con il suo suicidio avvenuto il 27 luglio scorso e sul quale la Procura di Mantova sta ancora indagando.
Al tavolo dei relatori, con Federico e D’Anna, anche Giulio Cainarca, direttore di RPL, insieme con Barbara Carniti e Luigi Neri. Neri è l’uomo guarito dopo 66 giorni di ricovero: le accorate lettere di sua moglie Barbara hanno convinto il Capo dello Stato a intervenire chiedendo di spostare Luigi da Bergamo al Poma, dove il dottor De Donno non avrebbe voluto somministrare la cura al plasma iperimmune perché l’uomo era ormai fuori da tutti i parametri. Invece, avendo deciso di applicare il plasma a scopo compassionevole, Neri è guarito ed è oggi in buona salute.
“La cura al plasma non è una truffa, i guariti hanno nome e cognome e questa non è una setta”, ha detto D’Anna raccontando il suo rapporto con l’equipe del dottore e la collaborazione prestata nella primavera 2020 per far conoscere a livello nazionale la cura al plasma che è alla base di questo libro. “Ma il punto è che per mettere a tacere tutta la vicenda è bastato dire che De Donno si sia ucciso”, ha commentato e puntualizzato Cainarca, per il quale la vicenda del plasma attende ancora delle risposte. Soprattutto una, avanzata da D’Anna: per qual motivo lo Stato ha avviato una sperimentazione al plasma con lo stesso nome del protocollo sviluppato al Poma in collaborazione col Policlinico San Matteo di Pavia (“Tsunami”), quando Mantova aveva appena terminato la Fase 1 con 47 clienti curati, guariti e nessun morto? La risposta ancora tarda ad arrivare.
Alla serata hanno partecipato anche le autorità cittadine. Hanno portato il loro saluto Laura Succi, vicesindaco di Saronno e assessore alla Cultura, insieme all’assessore ai Servizi sociali Ilaria Pagani e alla collega Novella Ciceroni (Lavori Pubblici). Ha poi esposto le sue opere Grazia Paturlon, artista indipendente saronnese, la quale ha presentato tele a tema con la serata: tante bocche, quelle che dovranno continuare a raccontare la storia di uno scienziato generoso e competente come Giuseppe De Donno. Insieme alla sua magnifica equipe.
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