Regione Lombardia chiede maggior autonomia nella transizione ecologica
Il presidente Attilio Fontana e l'assessore all'ambiente Raffaele Cattaneo hanno preso parte all'incontro tra le regioni del mondo "Dialogue for climate action - sub-national governments call for raising ambition towards Cop26"
È in corso a Palazzo Lombardia l’incontro tra le regioni del mondo “Dialogue for climate action – sub-national governments call for raising ambition towards Cop26″, a cui partecipano tra gli altri, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’assessore regionale all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo, il sottosegretario all’Energia e all’Ambiente del Governo scozzese, Michael Matheson, e l’Alto Rappresentante del Governo britannico per la Cop26, Nigel Topping. Nel corso dell’evento sono stati illustrati gli impegni sul clima da parte delle Regioni.
PRESIDENTE: PARTECIPARE AL PROCESSO DI DECISION MAKING
«Il ruolo delle Regioni – spiega il governatore della Lombardia – è prezioso. Credo infatti fermamente che tutti i livelli di governo, a partire dal più vicino ai cittadini, debbano partecipare alla costruzione di iniziative e politiche efficaci in materia di clima e crescita equa e circolare. Le regioni devono poter incidere in quel processo di decision-making troppo spesso relegato al più alto livello governativo. Le politiche nate dal basso sono, per mia esperienza, le più efficaci, poiché sono espressione dei bisogni più immediati di cittadini e imprese».
L’assessore all’Ambiente e al Clima Raffaele Cattaneo ha evidenziato come «Sul fronte del contrasto al cambiamento climatico le Regioni chiedono ai Governi nazionali di agire unitamente e di avere un ruolo di primo piano non solo nelle politiche ambientali, ma anche al tavolo dei negoziati».
LOGICA INCLUSIVA
«Questo tema va affrontato a livello “glocale” – ha spiegato l’assessore Cattaneo – con accordi globali tra Stati, come avverrà a Glasgow attraverso la Cop26, ma anche con azioni locali. Sono le azioni locali, secondo le Nazioni Unite – ha ribadito – che rappresentano tra il 70-80% degli interventi per contribuire alla soluzione del problema. Per questo mi aspetto che i negoziati a Glasgow siano dunque perseguiti in una logica inclusiva. Per questa ragione la Lombardia ha voluto organizzare oggi insieme alla Scozia questo incontro con le Regioni del mondo per far sentire la sua voce ed essere protagonista nel contrasto al cambiamento climatico».
«La nostra regione – ha continuato l’assessore regionale – sta agendo concretamente con atti di governo, su molti dei quali siamo all’avanguardia, che ci hanno permesso di programmare politiche per raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica e sostenibilità ambientale: dall’approvazione della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, al piano regionale Ambiente e clima, dall’Osservatorio sull’economia circolare e transizione energetica, al Piano Energetico Ambientale Regionale, sino al Piano rifiuti verso l’economia circolare».
LE REGIONI PROTAGONISTE NEI NEGOZIATI
Con la Scozia, e in collaborazione con Region4 Sustainable Development e Under 2 Coalition, Regione Lombardia lavorerà affinché anche le Regioni possano avere un ruolo centrale nei negoziati di Glasgow.
LE PROPOSTE
L’avvio dei lavori costituisce dunque una preziosa occasione per il confronto e per spingere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione che anche le Regioni si sono poste per contribuire al raggiungimento degli obiettivi globali di riduzione delle emissioni climalteranti.
Nel dettaglio le Regioni hanno ribadito le seguenti proposte:
– assicurare lo zero netto globale entro il 2050 e limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi C. Che significa accelerare l’eliminazione graduale del carbone, ridurre la deforestazione, accelerare il passaggio ai veicoli elettrici, incoraggiare gli investimenti nelle energie rinnovabili;
– adattarsi per proteggere le comunità e gli habitat naturali, ossia proteggere e ripristinare gli ecosistemi, costruire difese, sistemi di allerta e infrastrutture resilienti e agricoltura per evitare la perdita di case, mezzi di sussistenza e persino vite umane
– mobilitare la finanza
– collaborare per il Rulebook (Regolamento sugli Accordi climatici) di Parigi, accelerando l’azione per affrontare la crisi climatica attraverso la collaborazione tra governi, imprese e società civile.
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