Un anno dopo Trenord poco accessibile alle bici. “Servono soluzioni”
Nella primavera 2020 era stato introdotto su il divieto. Sono poi arrivate deroghe, ma per poche linee. "Troppe limitazioni e confusione, danno per utenti e turismo", denuncia la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta
È passato un anno dall’annuncio del divieto di trasporto delle bici su Trenord e – nel secondo anno della pandemia – la possibilità di viaggiare sui treni regionali con la bici rimane ancora troppo ridotta.
Il divieto di trasporto bici era piombato l’anno scorso proprio nella fase di lenta ripartenza dopo il lockdown, comunicato malissimo, non concordato con i sindacati di categoria, spiegato un po’ in corsa come risposta a problemi di sicurezza per troppo afflusso di rider verso Milano. «Per chi aveva l’abitudine di utilizzare il treno con la propria bicicletta, per lavoro, studio o turismo, è cominciato il calvario», denuncia oggi la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (sezione Lombardia).
Le prime modifiche all’assurdo divieto di trasporto bici erano state annunciate a luglio 2020, ma oggi la possibilità di muoversi è ancora ristretta a pochissime linee e con forti limitazioni verso Milano. E poiché Milano è il nodo di passaggio più o meno per ogni parte di Lombardia, la limitazione finisce a danneggiare ogni territorio della provincia lombarda.
La Fiab ha ottenuto un confronto con Trenord nella V Commissione, quella che si occupa di Territorio e Infrastrutture, della Regione Lombardia. Ma di fronte alle risposte oggi chiede «un tavolo di lavoro vero con Trenord» per affrontare la questione. A favore di chi la bici la usa ogni giorno ma anche del turismo di prossimità nelle province.
Trasporto bici sui treni: “Informazioni frammentarie e confuse”
La Fiab lamenta «il susseguirsi d’informazioni frammentate, confuse e spesso contraddittorie sia dai canali ufficiali Trenord (sito, app) sia dal personale viaggiante». Un quadro che rende difficile muoversi rispettando le regole, mentre nel contempo la stessa Fiab prende nota dell’assenza di controlli che fa sì che i treni siano pieni di persone che viaggiano con la bici al seguto «ignorando (per confusione o volontà) il divieto».
«Auspichiamo un tavolo di lavoro vero con Trenord, partecipato anche da chi la bici la usa davvero, dove mettere in fila le problematiche, che non sono tutte uguali su tutte le linee e a tutti gli orari, e trovare da subito delle possibili soluzioni che tengano insieme le giuste necessità di sicurezza con le esigenze degli utenti con bici e un’attenzione particolare ai territori, soprattutto i meno conosciuti, che hanno bisogno di un rilancio dell’economia turistica che passa anche dal cicloturismo. Non è un caso che forte dissenso con la recente politica di Trenord sia stato espresso anche da sindaci e associazioni degli operatori turistici, di ricettività e ristorazione, di moltissime aree della regione».
Trasporto bici su Trenord, se ne parla anche in Regione Lombardia
Il confronto in Commissione qualche elemento l’ha portato, ma non sufficiente, secondo Fiab. «Trenord ha illustrato un piano di ammodernamento del materiale rotabile, con tempi poco certi e comunque non rapidi. In questo contesto, i dirigenti di Trenord dichiarano che le norme relative alla sicurezza si sono irrigidite e i treni che per decenni i lombardi hanno utilizzato per il treno+bici, molti con spazi polifunzionali per bici, carrozzine, grossi bagagli etc., ora non sono più “omologati” e la bicicletta non ci può più salire».
La vignetta di FiabA fronte di quali rischi? Quanti incidenti? «Nessun dato, se non l’ammissione a bassa voce che incidenti a viaggiatori dovuti alla presenza di bici sono un generico “molto molto pochi”…. sospettiamo si sia allo zero, a fronte di decine di migliaia di bici trasportate negli ultimi anni».
«La soluzione concreta, secondo Trenord, è usare sempre il bike sharing o il noleggio nella stazione di arrivo…. come se non si sapesse che queste disponibilità, pur auspicabili ovviamente, sono limitate a pochissime località e il bisogno diffuso di intermodalità è molto più articolato. Inoltre, si finge di non sapere che alcuni servizi come il bike sharing hanno dei costi ingenti specie se in centri di medio-piccole dimensioni a confronto di costi molto più abbordabili per l’adeguamento degli spazi nei treni esistenti per trasporto bici».
Trasporto bici su Trenord, le regole
Dopo le modifiche dello scorso anno Trenord prevede regole diverse per tre categorie: le bici normali, le pieghevoli e bici “del food delivery” (non meglio identificate). Le regole sono riassunte nella pagina trasporto bici del sito di Trenord ma per capire bene quale sia la possibilità di muoversi occorre scorrere con calma l’elenco di allegati.
Le bici normali – cioè non pieghevoli – possono essere trasportati su una serie di treni identificati in un elenco specifico che comprende di fatto solo alcune linee: dall’8 maggio è in vigore una nuova lista di treni e linee ammesse, la trovate qui. C’è poi una lista specifica per la linea del Lago d’Iseo e Valcamonica, qui.
La lista comprende poche linee specifiche, tra cui ad esempio la Milano-Gallarate-Luino. Sono invece escluse il grosso delle linee suburbane verso Milano (ad esempio la S5 Varese-Gallarate-Milano-Treviglio o la S3 Milano-Saronno). Ma ci sono anche altre tratte escluse: ad esempio non si può raggiungere il lago a Porto Ceresio, Varese si può raggiungere solo usando la linea Tilo per il Canton Ticino.
Per paradosso, un nodo come Saronno non è servito da alcuna linea con trasporto bici: si possono portare solo sulla S9, da Saronno a Milano Lambrate.
Su alcune linee verso Milano ci sono poi corse in cui è concesso il trasporto bici “per i lavoratori del food delivery”, con uno spazio apposito (e obbligo per il proprietario di stare in un’altra carrozza). Rimane invece la possibilità di trasportare una pieghevole. Buona soluzione in città, un po’ meno per un weekend sui laghi o per una vacanza in bici.
Serve una inversione di tendenza
Il rischio è che anche nell’uso turistico del treno si finisca a ripiegare sulla soluzione privatissima dell’automobile, con il risultato di aumentare il traffico su strada. Che sia nell’uso quotidiano o in quello turistico, per Fiab la Lombardia si sta ponendo «in controtendenza rispetto a gran parte del Paese dove pure qualche segnale positivo si registra». E qui il riferimento è alla gratuita prevista in alcune Regioni e all’accesso consentito – sempre in alcune Regioni – ai treni Intercity (l’obbligo di usare treni regionali per portare la bici al seguito è un forte disincentivo anche agli spostamenti verso le zone dove si vuole fare le vacanze in bicicletta).
Tornando alla Lombardia, la Fiab regionale «chiede di invertire nettamente la tendenza: si dia spazio al treno+bici come regola, ovunque non sussistano problemi di sovraffollamento critico, individuando questi ultimi sulla base di indagini mirate e circostanziate».
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