A Saronno Gabriele festeggerà 30 anni da volontario di Croce Rossa Italiana
In occasione della Giornata Mondiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa raccontiamo la storia da volontario CRI di Gabriele Mazzetti, saronnese di 49 anni, storico membro del Comitato di Saronno di Croce Rossa Italiana
In occasione della Giornata Mondiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, che si celebrerà sabato 8 maggio, VareseNews e i giornali del gruppo V2Media hanno lavorato ad un lungo form di interviste e video delle principali sedi di Croce Rossa Italiana presenti nella provincia di Varese.
Il Comitato di Saronno di Croce Rossa Italiana, di cui fa parte la sede distaccata di Cislago è formato da circa 300 volontari ed è una delle realtà associative più importanti a livello provinciale. Durante quest’anno di emergenza sanitaria nazionale i volontari hanno lavorato senza sosta per aiutare e assistere la popolazione: dalla consegna a domicilio di spesa e farmaci in collaborazione con diversi Comuni della zona, al confezionamento e alla distribuzione dei pacchi alimentari per conto del Comune di Saronno la scorsa primavera (lo abbiamo raccontato qui), al supporto psicologico fornito attraverso il servizio “Telefono gentile”, al supporto che l’associazione sta fornendo all’interno del centro vaccinale di Saronno allestito all’ex scuola Pizzigoni (qui l’articolo).
In occasione del prossimo 8 maggio raccontiamo la storia da volontario CRI di Gabriele Mazzetti, saronnese di 49 anni, storico membro del Comitato di Saronno di Croce Rossa Italiana.
1 giugno 1991 è la data riportata sul tesserino di riconoscimento di Gabriele, volontario di Croce Rossa Italiana da 30 anni.
Una passione per il soccorso extraospedaliero che ha coltivato sin da quando era bambino e che a 19 anni, finito il liceo, lo ha portato ad entrare a far parte del Comitato CRI di Saronno, realizzando uno dei suoi sogni nel cassetto. «Da piccolo quando vedevo passare un’ambulanza restavo a bocca aperta e la seguivo con lo sguardo, appena ho avuto la possibilità ho fatto il corso e ho iniziato il mio percorso all’interno dell’associazione».
La sua vita da volontario di soccorso è iniziata quando il primo soccorso extraospedaliero era molto diverso rispetto a come lo conosciamo oggi: non c’erano i cellulari, per chiamare i soccorsi bisognava utilizzare un telefono fisso o una cabina telefonica, non c’era il 118 inteso come numero di telefono e la copertura dei turni era affidata all’impegno dei volontari. «L’associazione era molto diversa, eravamo un comitato locale di soli volontari, cercavamo di organizzarci per garantire il servizio – spiega il saronnese -. Quando non c’eravamo noi nessuno non lo faceva, quindi questo ti spronava a cercare di esserci sempre, con tanta buona volontà e olio di gomito».
Oggi oltre ad essere soccorritore svolge il duplice ruolo di istruttore e coordinatore degli altri volontari presenti nel Comitato locale.
«Più di metà della mia vita da adulto l’ho passata nel mondo CRI» spiega Gabriele, che di questi 30 anni si porta dentro l’orgoglio di far parte di un gruppo di persone che si mette a disposizione e a servizio del prossimo e l’onore di indossare tutti i giorni una divisa, un simbolo universale conosciuto e apprezzato.
«Penso che le persone che andiamo a soccorrere non si ricordino i nostri volti, i nostri nomi, perché alla fine non è importante l’identità di chi ti aiuta, però penso che si ricordino la nostra divisa. Questa attività mi ha sempre dato tanto, tante storie vissute, tante notti in bianco, tante albe viste, tante emozioni che solo questa attività ti può dare, come una carezza di una persona anziana che ti ringrazia. Quando mi volto indietro non mi sembra vero siano passati 30 anni».
Una passione e una motivazione che Gabriele oggi, nel suo ruolo di istruttore, cerca di trasmettere alle nuove leve: «È importante che i più giovani abbiano l’esempio dei più anziani. Quello che consiglio ai nuovi arrivati è di metterci davvero il cuore e l’anima, di vivere questa esperienza pienamente. Magari qualcuno avrà la possibilità di andare avanti tanti anni come è stato per me, magari qualcuno farà solo qualche anno di servizio, comunque il mio consiglio è di viverlo, di non risparmiarsi. Fai tutto quello che puoi, più che puoi, al meglio che puoi perché questa attività ti restituisce 10 volte quello che dai».
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