I ristoratori del Varesotto: “Aperture all’aperto? L’ennesima in presa in giro”
Fipe Confcommercio provincia di Varese snocciola i dati: "Sul nostro territorio l’80% di ristoranti e bar non ha un dehors e perciò resteranno chiusi. Con che coraggio e quali garanzie ci chiedono ulteriori investimenti?"
«Siamo scesi in piazza a Varese e tra le nostre richieste, condivise da tutte le categorie, c’era quella di non creare più figli e figliastri. Avevamo chiesto lockdown per tutti o per nessuno. Come non detto, il Governo è riuscito nell’impresa di peggiorare l’attuale situazione dei pubblici esercizi».
I numeri dell’analisi Fipe sui ristoranti e locali
All’interno del consiglio provinciale di Fipe Confcommercio provincia di Varese, c’è tanta rabbia di fronte alle annunciate concessioni in zona gialla, in base alle quali dal 26 aprile i pubblici esercizi potranno tornare ad accogliere i clienti, ma solo all’esterno.
Nel Varesotto i locali con dehors sono circa il 10 per cento, percentuale che aumenta del 7/8 per cento nel periodo estivo, mentre a livello nazionale sulle 116 mila attività quelle con gli spazi all’aperto adeguati sono il 46 per cento. È ovvio che questo provvedimento penalizzi le zone con il clima più rigido e il Varesotto è tra queste, basti pensare che pochi giorni fa da queste parti abbiamo visto la neve».
C’è poi la questione investimenti: «Attrezzare le aree esterne e adeguale ai protocolli comporta ulteriori costi a carico dell’imprenditore, banalmente per l’acquisto o l’affitto dei cosiddetti “funghi riscaldatori”. Altri soldi a fronte di quali garanzie? Sì, perché, chi è in grado di escludere che dopo due settimane non si torni in zona arancione e che non vengano nuovamente e ulteriormente cambiate le misure anti Covid?».
Dal 26 aprile tornano le zone gialle, pranzo e cena nei ristoranti all’aperto
Beffa nella beffa, in base alle parole del premier Draghi, dal primo di giugno o da metà maggio nelle regioni gialle verrà concesso di ricevere i clienti all’interno, ma con un distanziamento di due metri: «Di male in peggio, ci domandiamo chi aprirà a queste condizioni. Ci sentiamo doppiamente presi in giro».
Ristoranti e locali, Fipe chiede riaperture e Tosap cancellata
Fipe provincia di Varese si rivolge perciò ai parlamentari eletti sul nostro territorio, gli stessi invitati alla manifestazione in piazza Monte Grappa. «A maggior ragione, ribadiamo a loro le nostre richieste, prima fra tutte l’eliminazione di ogni discriminazione tra categorie e all’interno delle stesse categorie. La richiesta resta la stessa: riapertura di tutti i pubblici esercizi e non solo in zona gialla, ma anche in zona arancione».
Mentre la richiesta alle amministrazioni comunali è ancora una volta di venire incontro alle attività commerciali, intervenendo sulle imposte locali. «In questo caso specifico, e in tempi strettissimi, i Comuni devono concedere la liberalizzazione dell’utilizzo delle aree pubbliche all’esterno dei locali, anche e soprattutto nelle zone pedonali e a traffico limitato. Ovviamente senza chiederci la tassa di occupazione del suolo pubblico».
«In piazza a Varese e alla manifestazione di Roma, le nostre richieste erano ben altre», è l’amara considerazione del consiglio provinciale di Fipe. «Sembrava ci avessero ascoltato, sembrava che i nostri interlocutori politici fossero d’accordo e invece ancora una volta, provvedimenti alla mano, si sono presi gioco di noi. Noi chiediamo solo di lavorare. Noi vogliamo vivere».
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