Una bomba per convincere la testimone a ritrattare
Due giovani di 24 e 21 anni sono stati arrestati a Cormano dai carabinieri di Sesto San Giovanni: a loro carico i reati di minaccia, danneggiamento e porto di materiale esplodente
Una bomba artigianale, esplosa contro la vetrina del negozio di una testimone in un processo. Due giovani di 24 e 21 anni, un italiano e un moldavo, sono stati arrestati (e poi messi ai domiciliari) a Cormano dai carabinieri poiché ritenuti responsabili dei reati di minaccia, danneggiamento e porto di materiale esplodente.
Il blitz dei militari della compagnia di Sesto San Giovanni nella mattinata di venerdì 16 aprile. Le indagini, condotte dalla stazione dei carabinieri di Cusano Milanino e coordinate dalla Procura della Repubblica di Monza, sono state avviate in seguito all’esplosione di una bomba carta avvenuta, la notte del 15 maggio 2020, all’interno della galleria di via Mazzini. La deflagrazione dell’ordigno artigianale, posizionato in corrispondenza della vetrina di un salone di parrucchiere ed innescato sul posto dagli autori, ha danneggiato gravemente la vetrina dell’esercizio commerciale.
Nel corso dell’attività investigativa, i militari sono riusciti ad identificare entrambi i responsabili dell’azione delittuosa, individuando anche l’autovettura utilizzata per gli spostamenti, riuscendo a mappare il percorso attraverso lo studio e l’analisi dei tabulati telefonici. Le perquisizioni domiciliari hanno consentito di trovare, nella disponibilità degli indagati, gli abiti indossati durante l’evento e di riscontrare, anche attraverso l’esame dei telefoni cellulari agli stessi in uso, ulteriori ed importanti elementi a carico dei due.
Il movente del gesto intimidatorio è da ricercarsi in una deposizione che, nel successivo mese di giugno, la titolare dell’esercizio avrebbe dovuto rendere in qualità di testimone nell’ambito di un procedimento penale che vede i due arrestati imputati per il reato di lesioni personali aggravate ai danni di due coetanei, per fatti accaduti nel 2018 in Milano alla presenza della donna. Determinante, per il buon esito delle attività di indagine, è stata l’intuizione del comandante della locale stazione, che, ricordando la notifica fatta tempo addietro alla donna proprio in merito alla convocazione, è riuscito ad indirizzare i primi accertamenti investigativi sui due uomini, ipotizzando che potessero aver agito con il chiaro intento di far desistere la donna dal testimoniare contro di loro.
Ultimate le formalità di rito, i due soggetti sono stati ricondotti dai militari presso le rispettive abitazioni, dove rimarranno in regime di arresti domiciliari.
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