I sogni si realizzano anche in pandemia. A Saronno Alessandra inaugura il suo nuovo bar
Una storia di coraggio e intraprendenza quella di Alessandra, 37enne di Saronno, che ha deciso di realizzare il proprio sogno nel cassetto in questi mesi, nonostante la pandemia
Coraggio malgrado la paura, ottimismo nonostante i duri colpi che la vita a volte presenta e tanta passione per il proprio lavoro. È questa la storia di Alessandra Costanzo, saronnese di 37 anni, che in piena pandemia lo scorso 22 febbraio ha inaugurato il suo bar in centro a Saronno.
Un sogno nel cassetto, quello di avere un’attività in proprio, che ha avuto l’opportunità di realizzare in questo periodo di crisi generale, tutt’altro che semplice soprattutto per la filiera della ristorazione.
Proprio lì, dove c’è ora il suo nuovo bar, in piazza Alcide De Gasperi 34, c’era un’altra attività ristorativa, che ha chiuso con l’arrivo della pandemia. Alessandra, che fa la barista da quando aveva 15 anni, ha quindi preso la palla al balzo e investito i sacrifici di una vita per coronare il suo desiderio più grande. «Mi sono fatta coraggio e mi sono lanciata in questa avventura, ho contattato la proprietaria delle mura e ho avviato tutte le pratiche per aprire il locale» ci racconta con entusiasmo ed un grande sorriso sul volto. Ottimismo che ha imparato dalla persona che lei definisce esser stato il suo più grande esempio, il suo papà Generoso, venuto a mancare quattro anni fa. «Lui per me e mio fratello era tutto, ha sempre creduto in me e mi ha sempre incoraggiato ad aprire una mia attività. Quando ho firmato i documenti per aprire ho pianto dalla gioia, bisogna sempre crederci, come diceva il mio papà».
«Dobbiamo pensare al futuro ed essere ottimisti, anche perché la pandemia finirà e il treno della vita passa una volta sola – commenta Alessandra, che con la sua nuova attività, ha contribuito a riqualificare un’area centrale di Saronno -. Questa è una bellissima piazza che è stata lasciata un po’ a se stessa, ma adesso sta tornando come un tempo».
Il suo locale si chiama “Genny Wine”: “Genny” in onore del papà Generoso e “Wine” perché una delle sue passioni è l’enologia: «Dietro una bottiglia di vino c’è sempre una storia, un territorio, una famiglia – spiega -. Chi produce vino sa benissimo quanta passione e quanta fatica servano per arrivare dall’uva al prodotto finito. A me piace proprio raccontare la storia di una bottiglia, di un formaggio, di un salume e trasmettere tutto questo ai miei clienti».
Per il futuro il suo desiderio più grande è quello di essere un esempio per i suoi due figli e lasciare poi a loro questa attività: «Mi auguro anche che questo bar trasmetta passione per il proprio lavoro – conclude Alessandra -. Se hai passione per quello che fai non lavorerai neanche un giorno della tua vita».
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