Il truccatore di Saronno Andrea Leanza vince la “Chioma di Berenice”
Il truccatore di Saronno ha vinto il premio internazionale per "Hammamet" assegnato annualmente agli artigiani ed artisti attivi nel mondo del cinema istituito nel 1998 dalla CNA
Un altro riconoscimento per Andrea Leanza, da pochi giorni candidato per la seconda volta di fila per i David di Donatello.
Il truccatore di Saronno ha vinto la “Chioma di Berenice”, premio internazionale assegnato annualmente agli artigiani ed artisti attivi nel mondo del cinema, con particolare riferimento alle seguenti attività professionali: acconciatori, truccatori, costumisti, scenografi e compositori di colonne sonore, istituito nel 1998, anno del centenario della nascita del cinema dalla CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa.
Il riconoscimento a Leanza è stato assegnato per il trucco di Hammamet “per essere riuscito a rendere Pierfrancesco Favino identico a Craxi creando la magia dell’illusione grazie ad un lungo lavoro di trasformazione”. Premio condiviso con Federica Castelli e la squadra di 18 persone che hanno collaborato all’impresa.
«GRAZIE davvero per questo riconoscimento che condivido con tutta la squadra ALCFX. È un onore ricevere questa statuetta che spero sia un buon augurio per tutta la nostra categoria, una spinta a fare sempre meglio e superare i nostri limiti», ha commentato Leanza con un post su Facebook.
Il premio internazionale Cinearti “La Chioma di Berenice” è stato insignito nel 2008, 2009 e nel 2012 della Medaglia d’Argento dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.
Quest’anno, oltre alle categorie Acconciatura, Trucco, Cinematografia, Costumi, Scenografia, Montaggio, Colonna sonora, Attrice, Attore, Produttore, Regia, Film sono previsti anche due premi speciali, il Premio Speciale alla carriera, e per la prima volta un Premio Attore e Regista.
A Carlo Verdone è andato il Premio Attore e Regista e Premio alla carriera “per aver descritto in modo impeccabile oltre quarant’anni di società italiana, per averci fatto riflettere e soprattutto ridere con i suoi film indimenticabili e sempre attuali. A oltre quarant’anni dal suo debutto sulla scena continua ad essere il miglior antidepressivo naturale!”
A Vittorio Storaro il Premio per la Cinematografia “per l’inimitabile capacità di usare la luce come strumento per illuminare anche una commedia sentimentale diretta da un maestro indiscusso del cinema mondiale come Woody Allen. Per il sentimento e la passione con cui ha dato vita alle atmosfere calde, provocanti e ironiche di Rifkin’s Festival.
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