“La pandemia rallenta i progetti di vita dei giovani, ma non la fiducia nel futuro”
Le esigenze degli under 35 lombardi in una ricerca di Polis Lombardia, nell’ambito del piano “Il Consiglio ascolta” promosso dall’ufficio di presidenza
Meno matrimoni e convivenze, meno occupati e soprattutto più over 25 inattivi. Ma anche più propensione verso l’autonomia economica, lavorativa e abitativa, mentre in generale tra i giovani lombardi, rispetto al 2017, il grado di ottimismo verso il futuro sembra essere aumentato. Così come sono in crescita i giovani che indicano nelle capacità di adattamento le soft skill necessarie per riuscire nella vita.
Queste le principali indicazioni emerse dalla ricerca svolta da Polis Lombardia “Le esigenze dei giovani residenti in Lombardia”, presentata ieri pomeriggio (lunedì 29 marzo) in un webinar con il presidente del consiglio regionale, Alessandro Fermi, il vicepresidente Carlo Borghetti e Curzio Trezzani, presidente della commissione consiliare cultura.
L’indagine, che rientra nell’annuale attività di ricerca “Il Consiglio ascolta”, promossa dall’ufficio di presidenza, si basa su un questionario somministrato dall’agenzia Noto a un campione di 2mila giovani tra i 18 e i 34 anni, abitanti in Lombardia. Il panel ha esaminato le conseguenze della pandemia sulla situazione familiare e abitativa, sui progetti per il futuro, la condizione degli studenti, dei lavoratori e dei Neet. I dati fanno emergere vari trend sociodemografici, evidenziando alcune ripercussioni della pandemia sugli under 35: tra tutte, la percentuale di oltre un terzo di studenti che dichiarano di aver avuto problemi con la formazione a distanza, giovani per lo più riferiti all’istruzione secondaria. Oppure l’entrata nella condizione di Neet dei giovani laureati e degli over 25, mentre la disoccupazione ha riguardato con maggiore frequenza le giovani donne, i giovani in condizioni economiche di difficoltà e gli stranieri.
Spiragli di speranza sono stati sottolineati dal Presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi (FI), che ha evidenziato come «complice la pandemia, nel 2020, secondo quanto certificato dall’Istat, si è registrato il minor numero di nascite nella storia del nostro Paese. Vi è però una speranza: sfogliando la ricerca, mi ha colpito molto che il 73% degli interpellati dichiari che vorrebbe avere in futuro tra i 2 e 3 figli. È confortante sapere che, nonostante il Covid-19 abbia rallentato progetti di vita e aspirazioni familiari, i giovani hanno comunque fiducia nel futuro». Tuttavia, ha proseguito Fermi, preoccupa il fenomeno dei giovani che «non studiano e non lavorano, i Neet, significativo anche nella nostra regione e che riguarda il 25% degli interpellati. Un dato che siamo chiamati a invertire al più presto e di cui ci dobbiamo assolutamente preoccupare perché per questi giovani il rischio di un allontanamento dalla società è concreto e pericoloso. La politica, ma non solo, deve raccogliere questa sfida. Siamo chiamati a varare un patto con le nuove generazioni: perché la qualità del futuro di un territorio è strettamente connessa alla valorizzazione delle persone che vivono al suo interno. Solo dal genio che i nostri giovani esprimeranno, avvieremo quel miglioramento come comunità che da tempo auspichiamo. Questa è la convinzione che ci deve guidare, perché realizzare i bisogni dei giovani e soddisfare i loro desideri è condizione imprescindibile per rimettere in gioco e in movimento la nostra società».
E di risorsa da non sprecare ha parlato Curzio Trezzani (Lega), presidente della commissione consiliare cultura che ha sottolineato la necessità di investimenti mirati: «I giovani sono la risorsa più importante di Regione Lombardia. Investire nei giovani vuol dire investire e credere nel futuro, significa riporre in qualcuno le proprie speranze per un divenire migliore per tutti. Il consiglio regionale crede davvero nei giovani e, per quanto possibile nelle proprie competenze, l’ha dimostrato approvando all’unanimità delle forze politiche a novembre scorso la risoluzione sulle politiche giovanili che ha elaborato la commissione che presiedo. Questa risoluzione comprende nelle premesse, divise per tematiche, soluzioni già adottate da Regione Lombardia, mentre nella parte finale ci sono gli impegni puntuali rivolti alla Giunta regionale. Gli ambiti di intervento sono a 360 gradi e toccano tutte le direzioni generali e gli assessorati, ora che noi consiglieri regionali abbiamo dato l’indirizzo siamo in attesa di una vera e propria legge quadro che tradurrà quanto previsto nella Risoluzione, così da avere per i prossimi anni sulle politiche giovanili la strada tracciata, con rotta sicura verso il futuro».
Tutti spunti che serviranno a indirizzare il policy maker regionale nelle future azioni volte ai giovani, tra cui interventi rivolti a ricostruire un contesto favorevole da un punto di vista economico e lavorativo, focalizzando l’azione pubblica verso politiche per favorire l’autonomia.
Al termine della presentazione, condotta da Antonio Noto (Noto Sondaggi), Stefano Testoni, Polis Lombardia e da Laura Terzera, professore di demografia all’Università degli Studi di Milano – Bicocca. È intervenuto anche l’assessore regionale allo Sviluppo Città metropolitana, Giovani e Comunicazione, Stefano Bolognini, il quale ha annunciato che «entro l’anno verrà discussa una legge quadro sulle politiche giovanili, la prima legge regionale a favore degli oltre un milione 750mila giovani tra i 15 e i 34 anni, pari al 17% della popolazione lombarda».
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