Lignano: “Necessaria una fase (ri)costituente del PD”
Nando Lignano, già componente dell’assemblea nazionale PD, membro del direttivo cittadino di Saronno e componente della commissione consiliare sicurezza analizza la situazione del Partito Democratico
Nando Lignano, già componente dell’assemblea nazionale PD, membro del direttivo cittadino di Saronno (ri-eletto nel febbraio 2021) e componente della commissione consiliare sicurezza analizza la situazione del Partito Democratico e auspica una nuova fase
Non mi dilungherò in lunghe analisi di contesto. La situazione è sotto gli occhi di tutti e le priorità dovrebbero, e sottolineo, dovrebbero essere molto chiare. Ma questa premessa non deve esimerci da una valutazione generale della situazione politica del partito negli ultimi mesi.
Una situazione che ci ha visti schieratissimi nella realizzazione di un fronte c.d. progressista assieme al Movimento 5 Stelle ed a LeU che avrebbe richiesto un approfondimento da parte della base del partito invece che un continuo richiamo alla necessità di stabilità e governabilità, in nome delle quali non si può considerare ogni scelta, anche strategica, necessariamente giustificata.
Non credo ai sondaggi, ma essendo gli unici numeri disponibili al momento non posso che rimarcare la situazione elettoralmente stagnante del Partito, che galleggia attorno ai consensi del 2018. Certo, importanti sfide locali sono state vinte, ed ovviamente devo citare la nostra Saronno (dove comunqe il consenso elettorale si è addirittura ridotto rispetto al 2018) ma anche la vittoria di Emilia e Toscana hanno storie legate ai candidati dal forte legame sul territorio e non facilmente correlabili alla strategia nazonale del Partito.
Di conseguenza, mi sembra evidente che una fase di discussione interna ed approfondita avrebbe dovuto partire appena dopo la formazione del governo Draghi, mentre il rinvio iniziale del congresso al 2023 non ha certo agevolato le cose. Ed ho trovato sbagliato nel metodo, fin quasi lesivo nei confronti del partito, la scelta del segretario Zingaretti di dimmettersi (o minacciare di farlo) con un rancoroso post su facebook che mal si addice al ruolo di timoniere di una difficile navigazione tra gli scogli delle correnti interne, per non parlare della apparizione dalla D’Urso altrettanto irrituale (forse sarebbe stato meglio fare questa discussione nella Direzione, con un sano contraddittorio).
Ciò detto, io personalmente considero questa fase archiviata e sostengo la necessità di avviare una fase (ri)costituente del PD, approfittando del ruolo che dobbiamo continuare a giocare al governo del paese, ma utilizzando questo tempo per la nostra discussione interna che porti il partito ad aprirsi alle istanze di una società che fatichiamo a rappresentare, forse un po’ troppo zavorrati dallo scontro tra filiere personalistiche di potere interno. Mi aspetto in questa discussione una sincera fase di autocritica e di valutazione di opportunità e di idealità, non lo scontro tra tifoserie interne.
Non dobbiamo temere il cambiamento e l’apertura del partito, e dobbiamo poter contribuire tutti ad una discussione che fissi una strada ed un programma dal 2023 in avanti, certo, senza più credere di poter essere autosufficenti, ma sottolineando l’aspetto nobile della nostra vocazione maggioritaria: poter parlare a tutta la società, senza essere subalterni a qualsiasi alleanza in nome della stabilità.
Nando Lignano
Già componente Assemblea Nazionale PD
Membro del direttivo cittadino (ri-eletto febbraio 2021)
Componente Commissione consiliare sicurezza
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