Possibile proroga dell’anno scolastico, Miglino: “Impensabile dopo tutti i sacrifici fatti”
Mariassunta Miglino, ex assessore alla Cultura di Saronno e docente all'ITCS Zappa, commenta la proposta di Draghi di un possibile prolungamento dell'anno scolastico: «È mortificante pensare che tutto tutto il lavoro svolto non venga considerato un tempo scuola ma un "tempo perso"»
Mariassunta Miglino, ex assessore alla Cultura di Saronno e docente all’ITCS Zappa, commenta le voci legate a un possibile prolungamento dell’anno scolastico: «È mortificante pensare che tutto tutto il lavoro svolto non venga considerato un tempo scuola ma un “tempo perso”».
Sempre più spesso in questi giorni si parla di possibile prolungamento dell’anno scolastico. Non sono ovviamente certa che si tratti di una vera e propria volontà del nuovo Presidente del Consiglio o soltanto voci che si alimentano e si rincorrono sui social, dal momento che non nulla c’é ancora di ufficiale.
In ogni modo, sono ovviamente spiazzata da questa boutade, se è tale, o proposta in fieri, se di ciò si tratta.
Molti hanno probabilmente già dimenticato l’impegno organizzativo e didattico messo in atto dalla Scuola fin dal primi difficilissimi giorni di diffusione della pandemia. Soltanto una settimana dopo l’emanazione del primo DPCR del 23 Febbraio di un anno fa, le scuole venivano “invitate “ a predisporre modalità idonee a far sì che fosse possibile attuare la DAD.
Nonostante le evidenti difficoltà del momento, le scuole di ogni ordine e grado a tal fine si sono adoperate. Quanto e come predisposto è noto a tutti.. Se anche con qualche difficoltà, tutte le scuole hanno fatto la loro parte, rappresentando, nel momento più buio, l’unica possibilità di una nuova ma pur sempre “vita quotidiana “, tenendo in vita, seppur virtualmente, legami improvvisamente interrotti.
Con tutte le difficoltà e gli adattamenti imposti con obbligo di legge ai fini del contenimento del contagio, a Settembre le scuole sono state riaperte con didattica digitale integrata, nonostante nulla o poco fosse stato fatto in termini di potenziamento dei trasporti.
Quando, per l’aumento del numero dei contagi, un lockdown ci ha travolto nel mese di ottobre, gli insegnanti si sono sempre recati sul proprio posto di lavoro con modalità in presenza o in didattica a distanza. Tranne alcune deroghe concesse agli insegnanti “fragili” o provenienti da località distanti dalla propria sede di lavoro con necessità di dover utilizzare mezzi pubblici, per tutti gli altri, anche se in DaD, era d’obbligo recarsi a scuola.
Io e i miei colleghi, insegnanti nelle scuole secondarie di secondo grado, ci siamo recati fisicamente a scuola per tenere le nostre lezioni, nonostante i nostri ragazzi fossero tutti a casa. Questo per diversi mesi.
Ogni mattina dalle nostre aule ci siamo collegati on line con i nostri ragazzi a casa. Ogni mattina ci siamo alternati nei collegamenti tra le varie discipline. Per ottimizzare l’offerta e per far sì che i nostri ragazzi potessero riposare lo sguardo dal monitor, abbiamo proposto lezioni più brevi di dieci minuti… fermo restando l’obbligo del recupero del tempo mancante ai 60 minuti per ora di lezione, cumulandolo e proponendo ulteriori collegamenti on line pomeridiani con la classe o in alternativa la preparazione di materiali didattici puntualmente tracciati.
Ogni giorno abbiamo predisposto e studiato metodi opportuni per offrire al meglio le nostre competenze e soprattutto “verificare” nei modi più consoni la preparazione dei nostri ragazzi ai fini della chiusura del quadrimestre.
Ogni mattina abbiamo sostenuto psicologicamente chi non riusciva più a seguire e chi, demoralizzato, non voleva più seguire. Abbiamo parlato con le famiglie, abbiamo realizzato recuperi, tenuto regolarmente consigli di classe e collegi docenti su piattaforma digitale.
Allora, é davvero mortificante pensare che tutto ciò che abbiamo predisposto , tutto il lavoro svolto, non conti nulla, non venga considerato un tempo scuola ma un “tempo perso”. Nonostante l’impegno e la fatica degli insegnanti e degli stessi studenti.
Tutti noi abbiamo lavorato e non ci siamo mai risparmiati svolgendo tutte le ore previste di lezione. La DaD e la DiD sono costate sacrifici ed é impensabile, ora, che il nostro sia un lavoro così poco considerato, non solo da quanti parlano di scuola non conoscendone meccanismi e regole, ma soprattutto da chi dovrebbe esserne edotto.
In conclusione, mi auguro davvero che queste siano solo voci infondate, tenendo conto anche del fatto che un prolungamento dell’anno scolastico altererebbe i tempi dedicati agli esami di Maturità.
Mariassunta Miglino
(In questo articolo riportiamo alcune voci degli studenti che si sono espressi sull’argomento)
Scuola sino a fine giugno: “Perché la didattica integrata la valutate tempo perso?”
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