Rescaldina, muore e lascia la casa in eredità al comune: «Usatela per i bisognosi»
Un rescaldinese ha lasciato la casa in eredità al comune, ponendo come condizione che l'immobile sia destinato ai bisogni sociali del paese
Muore e nel testamento mette nero su bianco l’ultimo atto d’amore per la “sua” Rescaldina: la donazione della casa al comune per destinarla ai bisogni sociali dei suoi concittadini. È quasi un gesto d’altri tempi, sicuramente un segno di attaccamento per la comunità di cui ha fatto parte, ma, almeno per il momento, la prova tangibile che esistono ancora persone che pensano prima di tutto a chi è in difficoltà è destinata a rimanere anonima: il consiglio comunale cittadino nell’ultima seduta ha accettato con beneficio di inventario il lascito, ma per tutelare la privacy del defunto e della famiglia il sindaco ha deciso di non fare nomi.
La casa lasciata in eredità a Piazza Chiesa è una villetta in via Garibaldi che è già stata visionata dai tecnici: è in buono stato di conservazione e ha un valore intorno ai 235mila euro. Nel giardino è presente anche un piccolo fabbricato realizzato con materiale di recupero che però non è destinato ad uso abitativo e sarà quindi rimosso. Chi ha donato casa e giardino al comune ha posto due sole condizioni: «l’onere di destinarla ai bisogni sociali dei rescaldinesi e del comune» e quello di non venderla a terzi.
«Sarà interessante lo sviluppo della progettualità richiesta dal donatore nel suo testamento – ha sottolineato il sindaco Gilles Ielo, che ha messo in luce anche la «profonda gratitudine» di tutto il consiglio comunale per questo gesto -. Chiedo ufficialmente al presidente della commissione servizi sociali di avviare una discussione con le altre forze politiche per iniziare a costruire un percorso per l’utilizzo di questo bene. Questa sera diamo mandato agli uffici affinché con atto notarile procedano all’acquisizione del bene: avremo quindi tempo e modo di discutere della progettualità da mettere in campo».
La prima idea sul futuro della villetta di via Garibaldi è già arrivata dai banchi del centrodestra: «Valutiamo quali associazioni possano usufruire di uno spazio del genere – ha proposto il consigliere Matteo Longo -: potrebbe risultare utile ad esempio come sede della banda». Ma per l’immobile si profila verosimilmente un futuro diverso, più legato al sociale: «Mi sembra che la proposta si discosti un po’ dalla richiesta contenuta nel testamento – ha infatti precisato il primo cittadino -: penso che l’indicazione sai più quella di una vocazione sociale, anche perché nel testamento ci sono altre volontà espresse dal defunto che vanno in proprio in quest’ottica, come ad esempio donazioni all’AIRC»
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