Bambini e videogiochi: meglio condividerli in famiglia
Senza demonizzare, i consigli dei pediatri ai genitori su tempi, scelta e condivisione dei videogiochi dei figli, tra rischi e potenzialità
Diversissimi per indole, storia e attitudini personali, gli atteggiamenti dei genitori verso i videogiochi sono i più disparati: c’è chi li propone ai figli sin da piccolissimi e chi li proibisce.
In questo contesto gli specialisti dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma hanno preparato e pubblicato nella rivista A scuola di Salute alcune indicazioni utili alle mamme e ai papà per aiutarli a utilizzare questo intrattenimento cercando di prevenire possibili effetti collaterali.
Scelte ed effetti
ETICHETTE: sono due quelle di riferimento internazionale, la PEGI (pan european game information) e ESRB (entertainment software rating board, americana). Entrambe riportate sulle custodie dei videogiochi, indicano l’età cui è consigliato giocare per ciascuno.
AGGRESSIVITÀ: “Quasi tutti gli studi hanno dimostrato che chi gioca a a videogiochi violenti tende ad avere dei comportamenti violenti“, scrivono i pediatri, precisando però anche che non è chiaro se il dato sia dovuto al fatto che i bambini più aggressivi scelgono giochi più aggressivi o se in qualche modo questi videogiochi abbiano l’effetto di accentuare l’aggressività di chi li usa. Aggressività che potrebbe essere accentuata anche dalla frustrazione sperimentata durante il gioco.
COMPETENZE POSITIVE: ci sono videogiochi meno aggressivi che aiutano a sviluppare competenze positive in ambito logico e matematico. Altri, giocati anche e soprattutto online, che stimolano la cooperazione, il lavoro di squadra e il problem solving, empatia e comunicazione.
Il tempo
QUANDO: evitare di utilizzare i videogiochi la sera, soprattutto dopocena o comunque prima di andare a dormire perché diversi studi hanno dimostrato come questo peggiori la qualità del sonno e, di conseguenza, anche i risultati scolastici.
QUANTO: dalle linee dell’Oms ai nostri pediatri italiani, i medici dei bambini concordano sul fatto che gli schermi (videogiochi inclusi) non vanno proposti ai bambini prima dei due anni, per passere poi ad un massimo di un’ora al giorno tra i 2 e i 6 anni e massimo due ore (televisione inclusa) in età scolare, dai 6 anni in su.
“Il bambino ha una capacità limitata di controllare gli impulsi – aggiungono i pediatri – è normale che chiedano di giocare un altro po’. Sarà compito dell’adulto far rispettare le regole, precedentemente condivise”.
Condivisione
PROVARE PRIMA DI PROPORRE: un buon modo per scegliere il videogioco da proporre ai figli e quello di provarlo personalmente, ancor prima di metterlo a disposizione del figlio. In questo modo sarà più facile valutarne il grado di aggressività, frustrazione e potenzialità.
CONDIVIDERE: condividere le esperienze dei bambini fa bene alla relazione tra genitori e figli, e in questo caso specifico, giocare ai videogiochi assieme ai bambini può essere utile ad osservarne gli effetti da un lato e dall’altro permette all’adulto di guidare il piccolo nell’uso dello strumento e anche nella gestione delle emozioni durante il gioco.
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