Un Nucleo Alzheimer Covid-19 free: l’esperienza di Villaggio Amico
Villaggio Amico ha condotto uno studio per valutare eventuali influenze sulle competenze motorie o sul comportamento degli ospiti a fronte delle modifiche organizzative e ambientali adottate con l'emergenza Covid
Miglioramento del comportamento e del benessere di tutta la comunità all’interno della Rsa nonostante i molteplici cambiamenti attuati a causa della pandemia: è il risultato dello studio condotto da Villaggio Amico (Residenza sanitaria assistenziale che si trova a Gerenzano), presentato nei giorni scorsi al 65° congresso nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG).
Il Nucleo Alzheimer di Villaggio Amico è parte di una Rsa in cui la cura delle persone anziane è affidata a un’equipe multidisciplinare (medici, infermieri, psicologa, terapisti della riabilitazione e occupazionali, OSS, operatori del servizio alberghiero, musicoterapista, arteterapista, ortoterapista, operatori della reception).
Durante la prima fase della pandemia, tra le misure di emergenza adottate, si è resa necessaria una modifica dell’organizzazione del Nucleo: gli operatori presenti hanno garantito l’esclusiva al Nucleo Alzheimer; così come i percorsi e gli spazi di vita sono stati destinati ad uso riservato delle persone con demenza, anche gli spogliatoi degli operatori sono stati suddivisi per reparto di appartenenza, al fine di prevenire l’eventuale diffusione di un focolaio infettivo e rendere facilmente rintracciabili i “contatti”, con il mantenimento dell’assistenza quotidiana in tutti i suoi aspetti; in particolare è stata attuata una modifica dell’attività di fisioterapia riorganizzata in nucleo con la presenza costante dei fisioterapisti, maggiormente coinvolti nella quotidianità delle persone con demenza.
Lo scopo del lavoro presentato al congresso era quello di valutare se le modifiche organizzative e ambientali adottate in emergenza avessero avuto qualche influenza sulle competenze motorie o sul comportamento della persona con demenza e se queste modalità potessero condizionare una nuova organizzazione tale da garantire maggior benessere ai residenti.
Nello studio sono state coinvolte 36 persone residenti nel Nucleo Alzheimer di cui 20 donne e 16 uomini di età media 85 anni, affetti da diversi tipi di demenza, deambulanti in assistenza o in autonomia, utilizzando la valutazione multidimensionale, in particolare delle competenze motorie e del rischio caduta e l’analisi statistica dei dati ricavati.
«Il nostro obiettivo era duplice – spiega la dottoressa Rosaria Rigo, Direttore sanitario di Villaggio Amico -. Sia verificare se l’attività del terapista della riabilitazione nel contesto abitativo fosse sovrapponibile a quello fino a quel momento eseguito in palestra, sia rendere oggettivabili le osservazioni emerse dal personale fin dalle prime settimane della pandemia ovvero che le persone con demenza, nella quotidianità, sono apparse più serene, maggiormente complianti, con cambiamenti nelle autonomie: tutte modifiche importanti agli occhi di chi dava loro assistenza».
Il risultato ha mostrato un cambiamento nell’ambito dei disturbi del comportamento; inoltre l’intervento fisioterapico proposto durante il periodo di emergenza, realizzato all’interno del reparto, ha prodotto miglioramenti sia nelle performances motorie sia per quanto riguarda il comportamento.
«Nell’impossibilità di utilizzare la palestra, nel Nucleo Alzheimer di Villaggio Amico abbiamo mantenuto le funzioni motorie delle persone con demenza sovrapponibili a quelle ottenute in palestra – ha spiegato Marina Indino, Direttore generale di Villaggio Amico –. Il cambiamento osservato e dimostrato ha riguardato il miglioramento del comportamento e quindi del benessere di tutta la comunità. Elemento non trascurabile è che questa modalità, a cento giorni dall’inizio della pandemia, ci ha inoltre permesso di non avere contagi. Si può dunque ipotizzare che, in assenza di un’attività riabilitativa eseguita in palestra, analoga attività riabilitativa/riattivativa espletata in Nucleo Alzheimer possa fornire, dal punto di vista qualitativo, beneficio analogo».
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