Palazzina covid all’ospedale di Saronno: presto pronto il cronoprogramma
La realizzazione di uno stabile tutto dedicato alle emergenze, come il Covid, con pronto soccorso e posti letti subacuti è entrata nella fase di pianificazione
Oltre 225 milioni di euro in arrivo in Lombardia per potenziare la rete dell’assistenza, soprattutto quella delle cure intensive. Era il Decreto-Legge n. 34/2020 a prevedere un finanziamento da investire sia in personale sia in strutture. Lo scorso 16 giugno Regione Lombardia aveva presentato la sua proposta. Un progetto di potenziamento generale che solo la scorsa settimana ha concluso il suo iter dopo aver passato la prima approvazione da Parte del Ministero della Salute e la validazione deo Commissario straordinario per l’emergenza Arcuri.
Il piano prevede, per l’Asst valle Olona, un investimento di quasi 15 milioni di euro. In particolare si tratta di 807.000 euro per 6 posti di terapia intensiva e 14 si semintensiva covid all’ospedale di Busto e 11.700.000 per la realizzazione di una palazzina Covid di 4 piani con 48 posti subintensivi oltre a 1,2 milioni per creare un PS covid nello stesso stabile. L’azienda ha realizzato tutti i progetti preparatori in attesa del completamento dell’iter centrale.
«Recentemente – fa sapere la Valle Olona – è stata emanata un’ordinanza da parte del Commissario (29/2020) “recante la nomina dei soggetti attuatori dei piani di riorganizzazione della rete ospedaliera delle Regioni Basilicata, Calabria, Marche, Molise, Lazio, Lombardia, Piemonte, Sardegna e Umbria”, dove sono state nominate le Aziende Sanitarie quali soggetti attuatori degli interventi sia per i servizi tecnici (progettazione, DL, ecc…) che per l’esecuzione delle opere. L’attuazione da parte delle Aziende, avverrà mediante una contrattualizzazione di secondo livello nell’ambito di Accordi Quadro definiti dal Commissario. Allo stato attuale è in corso una pianificazione operativa con definizione di un cronogramma richiesto alle singole amministrazioni».
La palazzina individuata è quella chiamata “viola” è quella più periferica dell’area e, in caso necessità, avrebbe la possibilità di un accesso diretto dalla strada ( attualmente chiuso).
L’iter, quindi, è entrato in una fase più operativa anche se, per la realizzazione, sarà questione di anni ( almeno due).
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