Per Malpensa e frontalieri rispunta la zona economica speciale (Zes)
Alle Ville Ponti ha fatto tappa il tour "Riparti Lombardia" dell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale lombardo. Fermi: «Ci sono ancora due miliardi e mezzo da impiegare. Ecco perché ascoltiamo i territori»
Il destino dell’aeroporto di Malpensa, frontalieri, liquidità finanziaria e semplificazione burocratica. Sono stati questi i temi ricorrenti che i rappresentanti dell’economia della provincia di Varese hanno sottoposto ai componenti dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale lombardo durante l’incontro “Riparti Lombardia” (insieme al territorio) che si è tenuto alle Ville Ponti di Varese.
Nella Villa Napoleonica il pubblico, disposto come su una scacchiera per garantire il distanziamento sociale, ha seguito i lavori per tutta la mattinata che è terminata con le singole richieste dei principali attori dell’economia provinciale. Ad ascoltarli c’erano il presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi. Con lui l’ufficio di presidenza schierato al completo e Fabio Lunghi, presidente della Camera di commercio di Varese. Tra il pubblico anche il consigliere regionale Samuele Astuti.
Il presidente del Consiglio regionale ha ricordato lo stanziamento fatto da Regione Lombardia per la ripartenza e l’importanza di non sovrapporre gli interventi a quelli già esistenti e funzionanti. «Dei tre miliardi messi in campo – ha sottolineato Fermi – ne rimangono circa 2 miliardi e mezzo. Questa fase di ascolto è molto importante proprio per definire gli interventi a seconda delle esigenze dei singoli territori. Quei soldi non serviranno a finanziare la cassa integrazione in deroga, che sarà comunque rifinanziata con altre risorse».
Tra le questioni rilevanti della provincia di Varese emerse durante i lavori ci sono: l’aeroporto di Malpensa, una struttura «fuori target», per la sua funzione di hub di riferimento di tutto il Nord Ovest, e il futuro dei frontalieri. Tra le soluzioni proposte c’è n’è una che ritorna periodicamente ed è quella dell’istituzione di una zona a fiscalità agevolata per rilanciare l’impresa e il lavoro. «Malpensa e il Canton Ticino – ha detto Francesca Brianza, vice presidente del consiglio regionale – sono i primi due datori di lavoro di questa provincia. Malpensa non vuol dire solo aeroporto ma è un intero sistema che alimenta più settori a partire dal turismo. Spesso abbiamo dibattuto sull’istituzione delle Zes, per permettere alle imprese di lavorare in condizioni un po’ più agevoli. È una richiesta che è già sul tavolo da un po’ di tempo. La facevamo prima, a maggior ragione la facciamo oggi».
Oltre a un sistema fiscale agevolato, in questa fase, secondo Fermi, occorre ritrovare «reputazione, fiducia e sicurezza» solo con queste tre condizioni soddisfatte si puo’ rilanciare Malpensa e affrontare il tema del turismo, uno dei settori più colpiti dalla crisi scatenata dal coronavirus.
«In queste due ultime settimane in fase di approvazione della legge di semplificazione ordinamentale – ha detto il consigliere segretario Giovanni Zalanchini – abbiamo portato tutte quelle misure che per consentono agli agriturismi di lavorare in sicurezza. Sono misure che permettono di fare attività di rilancio del territorio e consente alle famiglie di avere spazi aperti a disposizione».
A soffrire particolarmente in questa fase sono soprattutto le piccole imprese, tema su cui si è concentrato Carlo Borghetti. «Abbiamo sentito che il 94% delle imprese ha meno di nove addetti – ha detto il vice presidente del consiglio regionale -. Questo dato ci deve orientare nelle nostre scelte di sostegno alle imprese e a pensare ai protocolli di sicurezza emanati che dovrebbero essere ritagliati sulla dimensione di impresa perché un conto è essere una grande impresa che ha un addetto alla sicurezza, un conto è una piccola impresa che ha cinque addetti. Queste imprese vanno agevolate».
«La tappa di Varese – ha aggiunto il consigliere segretario Dario Violi, – ha confermato l’importanza di questo viaggio dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale in ascolto dei territori. In questo incontro abbiamo discusso di temi, a partire dalla mobilità aerea fino al frontalieri, mai affrontati prima con questa centralità».
Un caustico Fabio Lunghi ha chiuso la conferenza stampa ricordando che «finanziare il carrozzone Alitalia con altrettanti miliardi di euro pubblici e senza un piano di ristrutturazione è un’operazione che non fa piacere agli imprenditori».
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