Lega Lombarda Saronno: “Smascherate le opposizioni. A parole tutti collaborativi”
Nota della Lega di Saronno: "L'emergenza Covid-19, nei suoi risvolti legati al bilancio comunale, impone una scelta drastica e le opposizioni fingono di non capire. Per fortuna dei saronnesi la Lega sostiene con convinzione la proposta del sindaco"
Riceviamo e pubblichiamo la nota di Lega Lombarda Saronno:
Da una parte il PD che continua la campagna elettorale sia con il suo candidato sindaco sia con il gruppo consiliare a due facce: a parole collaborativi, in realtà aggressivi, polemici, contrari a prescindere.
Dall’altra parte il Sindaco Fagioli che compie atti importanti a tutela del bilancio, cassaforte contenente i soldi da usare per i servizi ai cittadini, e che gestisce al meglio una situazione grave e preoccupante sotto ogni punto di vista dalla salute pubblica fino all’incombente crisi economica.
Da Roma gli aiuti concreti sono prossimi a zero, infarciti di tante promesse, basti pensare che ad oggi soldi veri sono solo i 209 mila euro per l’emergenza alimentare. Dal Governo annunci roboanti di soppressione di tasse e tributi che in pratica sono solo slogan o, peggio, voragini per i comuni che saranno privati di entrate certe non ripianate da trasferimenti statali.
Il bravo Sindaco Fagioli ha visto, nella rinegoziazione dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, l’unica
opportunità di avere soldi subito disponibili per fare fronte all’emergenza.
In Commissione Bilancio la rinegoziazione dei mutui è stata una scelta condivisa da tutte le forze politiche.
Poi, in Consiglio Comunale, le opposizioni si sono scatenate prefigurando scenari apocalittici per i saronnesi: pura propaganda elettorale.
La verità è che servono tanti soldi adesso, in emergenza, e non tra dieci anni; stiamo parlando di una
differenza di 15.000 euro all’anno, meno di 50 centesimi a saronnese. Non è la catastrofe paventata dalle minoranze.
Bisogna decidere entro il 27 maggio: l’amministrazione ipotizza tre scenari. Basta guardare i numeri per capire che tra la scelta dell’amministrazione e quella delle opposizioni la differenza è di poco superiore a
15.000 euro annui. Il vantaggio, per i prossimi 10 anni, si concretizza in 600 mila euro disponibili in più. Il vantaggio immediato nel 2020 è avere a disposizione 412 mila euro invece di 216 mila, quindi 200 mila euro in più da poter spendere per mantenere i servizi al cittadino, che diversamente sarebbero da ridurre di pari importo.
Perché il bilancio va tenuto a pareggio, per obbligo di legge, e in questi mesi le entrate previste non ci sono state: meno multe, meno parcheggi, meno rette degli asili, meno oneri di urbanizzazione, meno TOSAP.
Non potendo prevedere il futuro, ma conoscendo bene i nostri inaffidabili governanti centrali non possiamo credere o sperare in trasferimenti generosi agli enti locali. Storicamente, anche in periodi floridi dal punto di vista economico, da Roma i soldi non sono mai arrivati in abbondanza, anzi abbiamo sempre versato più del dovuto per avere indietro le briciole. Quindi è meglio un uovo oggi o una gallina domani?
Roma e i suoi decreti hanno stufato, miliardi a destra e sinistra che piovono dal cielo, ma la realtà è ben differente.
Alcuni esempi delle balle raccontate dal Governo sono: il prestito bancario di 25 mila euro con garanzia promesso dallo Stato alle imprese, dove si ipotizzava che un’azienda dal giorno dopo il proclama a reti unificate avrebbe potuto accedere a questo credito in maniera semplice anche senza requisiti. Balle! Le imprese trovano enormi difficoltà ad avere questo prestito nonostante molte abbiamo tutte le credenziali del caso.
Altra balla il rimborso sui dispositivi di protezione individuale; non sono state rimborsate tutte le aziende, ma solo alcuni pochi fortunati sul totale dei richiedenti proprio come una lotteria.
Altro esempio i 600 euro promessi per Partite Iva e ancora non ricevuti, piuttosto che la cassa integrazione che ancora in tanti stanno aspettando.
A fronte di tutto ciò, come si fa a credere alle promesse di questi governanti? Meglio un uovo oggi senza avere sorprese domani.
L’APPROFONDIMENTO
In commissione bilancio tutti hanno convenuto sulla necessità storica di rinegoziare i mutui per avere risorse economiche da utilizzare per fronteggiare la crisi COVID-19.
In consiglio comunale l’amministrazione ha scelto l’ipotesi 1, mentre le minoranze hanno ritenuto migliore l’ipotesi 2.
La proposta dell’amministrazione ha un costo di 1 milione di euro a fronte della disponibilità di 2 milioni di liquidità per i prossimi 10 anni. Costo annuo pro-capite 1,12 euro.
La proposta delle minoranze ha un costo di 700 mila euro di euro a fronte della disponibilità di 1,3 milioni di liquidità per i prossimi 10 anni. Costo pro-capite 0,73 euro.
Le differenze sono visibili molto bene nella tabella verde: le due proposte differiscono di 376 mila euro totali, ovvero 15.600 euro annui.
Ciò vuol dire che le due proposte differiscono, pro-capite, di 0,40 euro all’anno.
È quindi del tutto evidente la strumentalizzazione politica delle minoranze: non si tratta di nessuna pietra tombale o disastro sociale per la città.
I soldi servono adesso e nei prossimi anni, per uscire dalla crisi.
CLAUDIO SALA – SEGRETARIO LEGA LOMBARDA SARONNO
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