Saronno, passa la rinegoziazione dei mutui tra polemiche e giravolte
Il voto in commissione ribaltato in consiglio comunale su spinta del sindaco. Opposizioni polemiche e critiche sulla scelta e sulle modalità
Consiglio comunale salato a Saronno. Sul punto relativo alla rinegoziazione dei mutui concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti Spa, proposta avanzata a tutti i comuni italiani a cui le amministrazioni devono aderire entro il 26 maggio 2020, l’amministrazione comunale saronnese si è un po’ incartata su sè stessa.
In commissione bilancio si era trovato l’accordo, con l’avvallo dell’assessore e vicesindaco Vanzulli e il benestare del presidente della commissione Borghi per un’ipotesi intermedia (rinegoziazione dei mutui a tassi più alti) con meno liquidità immediata ma anche meno costi, mentre in consiglio comunale il sindaco Fagioli ha chiesto di puntare su quella più corposa (rinegoziazione di tutti i mutui in essere), con più liquidità immediata, ma costi maggiori fino al 2043.
Dopo una lunga discussione, la seduta sospesa per parecchi minuti (5 quelli annunciati, più di mezzora la sospensione effettiva), la delibera è stata modificata in corsa con l’aggiunta dell’ipotesi proposta dal sindaco e votata dalla maggioranza (Borghi si è astenuto), compatta al fianco del primo cittadino. Contraria l’opposizione (Banfi non ha partecipato al voto).
IL QUADRO SUL BILANCIO – L’assessore Vanzulli, prima della presa di posizione del sindaco, aveva esposto la situazione del bilancio comunale che vedrà minori entrate stimate in circa 3 milioni di euro di tasse comunali e circa 1 milione e 286 mila euro di perdite secche, che derivano da 80 mila euro al mese dei parcheggi, 380 mila euro per le multe, 40 mila euro al mese per le rette degli asili nido e delle scuole materne: «Per far fronte a questo, nel bilancio comunale si devono trovare delle minore spese, che possono arrivare dai tagli, in un momento simile difficili e dolorosi da fare – ha detto l’assessore -. Grazie agli accantonamenti, aumentiamo a 1,344 milioni l’avanzo per coprire le perdite derivanti da minori entrate. Rinegoziando i mutui si possono avere subito fondi liberati da spendere per la spesa corrente, a fronte di costi da sostenere a medio/lungo termine». L’assessore Vanzulli ha anche ribadito che il Comune di Saronno sta cercando di limare le spese (assunzioni rimandate con risparmio di 150 mila euro) e che al momento non ci sono problemi nel pagamento dei fornitori o degli stipendi.
LE MINORANZE – Polemici gli interventi di Gilardoni e Licata (Pd), che hanno sottolineato come l’ipotesi prospettata dal sindaco sia quella meno lungimirante: «Pochi maledetti e subito non va sempre bene, pensiamo al futuro con un po’ di prospettiva e ottimismo», con Gilardoni che ha accusato il sindaco di voler «fare campagna elettorale buttando il fardello sulle generazioni future». Banfi (indipendente) ha puntato sulle spese “inutili”, come quelle per il teatro chiuso da mesi per l’emergenza Covid, la Tre Valli che non si correrà, il doppio addetto stampa e altro: «Chi si troverà ad amministrare la città tra 8/10 anni si troverà un debito, ma non se ne capiscono i motivi. Si limino prima le spese. Sulle procedure, stendiamo un velo pietoso: la delibera lasciata in bianco è da operetta, la Lega si piega sulle posizioni del sindaco e si getta il debito su chi verrà dopo». Riva (UI) ha sottolineato come non si debba gettare il debito sulle generazioni future e non si debba buttare colpe di qua e di là. Vanzulli (M5S) si è detto stupito dalla giravolta del sindaco, che sconfessa quanto deciso dalla commissione bilancio con l’avvallo dell’assessore e del presidente della commissione stessa, per motivi non chiari e per una scelta che nessuno a casa propria farebbe, passando da un tasso di interesse dello 0% ad un tasso più alto. Stesse perplessità esposte da Casali (Tu@Saronno), che ha ribadito le problematiche della Lombardia e la non necessità di scaricare sul futuro i debiti. Indelicato (indipendente) ha ribadito la stranezza della situazione, con la commissione e l’assessore “sbugiardati” dalla presa di posizione del sindaco.
LA MAGGIORANZA – Il sindaco Fagioli ha rispedito al mittente le accuse di voler farsi campagna elettorale coi soldi del Comune, definendo le parole di Gilardoni e di altri consiglieri «false e scorrette» e sottolineando che la differenza tra una soluzione e l’altra è di 15600 euro. Borghi (Lega), ricordando il buon lavoro dell’amministrazione in questi anni, ha sottolineato che è il parere del sindaco a contare, pur essendo maggiormente favorevole alla soluzione intermedia. Veronesi (Lega) ha attaccato lo Stato centrale che toglie risorse alla Lombardia.
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