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Europa, i giorni della verità. Ora il Vecchio Continente sia all’altezza

Contributo sulla situazione europea di Mauro Rotondi dell'assemblea regionale Pd e del direttivo di Saronno

Generico 2018

Contributo sulla situazione europea di Mauro Rotondi dell’assemblea regionale Pd e del direttivo di Saronno

L’accordo raggiunto dall’Eurogruppo il 9 aprile per il piano emergenza Covid19 ha rimandato alla stesura definitiva del Consiglio Europeo dei capi di stato fissata per il 23 Aprile, una data importante da cui dipenderà molto del futuro nostro e dell’Unione e a cui guardiamo con grande apprensione.

Ciononostante, la questione del sostegno finanziario Europeo contro la crisi da coronavirus sta assumendo toni da zuffa da Bar. Contano solo gli slogan a dispetto dei fatti al punto da sviare l’attenzione dalle questioni importanti sul tavolo.

Chiarire alcune cose diventa pertanto doveroso: il piano Europeo ha un valore complessivo da oltre mille miliardi di Euro ed è basato su quattro pilastri: 1) 240 miliardi circa del Mes 2) i prestiti BEI (Banca Europea Investimenti) per le Piccole e Medie imprese per 200 miliardi c) il SURE per la Cassa Integrazione europea per 100 miliardi D) il piano per la ripresa di circa 1000 miliardi da finanziare con EUROBOND o col Fondo Recovery Bond in alternativa. A ciò si aggiunge il Quantitative Easing sulle orme di Mario Draghi, ossia l’acquisto illimitato di titoli di stato da parte della BCE già in corso.

Le misure di sostegno sono quindi diverse e ingenti, fatto mai avvenuto finora, ma solo in Italia ci si ostina a polemizzare. Chi nello specifico parla di truffa sul Mes non sa di cosa parla o fa finta di non saperlo usando l’argomento per creare disordine a fini propagandistici. Il Mes, acronimo ormai diventato metafora di inganno, sono soldi versati dagli stati Europei in un fondo
pronti per essere usati. L’accordo dell’Eurogruppo consente di usarli per le sole spese dell’Emergenza sanitaria e senza la deprecabile condizionalità che aveva punito la Grecia. All’Italia spettano di diritto 36 Miliardi. Trattandosi di prestito a quasi costo zero basterebbe valutare con attenzione le condizioni prima di utilizzarlo ma opporsi a prescindere sarebbe miope. Oltre a ciò è facile notare come il MES sia solo una parte delle misure in programma.

Sarebbe forse più costruttivo domandarsi perché la Germania si opponga alla parola EUROBOND e da lì trovare le giuste risposte, ma per fare ciò occorrerebbe un serio approfondimento in separata sede sulla storia e la composizione della Germania, cosa purtroppo assente nei nostri dibattiti.

Continuare a contrapporsi rischia invece di penalizzarci. L’Europa avrà un calo del PIL stimato al 7,5% nel 2020, occorre per forza di cose uno sforzo comune. L’Italia conduce in prima linea insieme ai paesi del Sud Europa una battaglia sulla riforma delle regole e sul Recovery Fund, l’alternativa agli Eurobond. La trattativa sarà complessa e un suo successo sarà la chiave per costruire una nuova Unione in campo economico e politico.

In queste ore il Parlamento Europeo voterà per l’introduzione dei Recovery Bond per la ricostruzione (il Piano Marshall Europeo) proposta da Socialisti, Verdi e Popolari Europei il cui passaggio sarà decisivo per il cambiamento. Pochi mesi fa parlare di certi argomenti suscitava reazioni di chiusura negli altri paesi. L’Italia in questo tragico periodo è protagonista ai tavoli Europei dopo anni di emarginazione e discredito causati anche dal suo atteggiamento antieuropeo e sovranista. L’Europa sia ora all’altezza, siamo a un bivio e occorre una connotazione diversa: si vive di solidarietà o si muore del proprio egoismo; un problema globale va affrontato con strumenti solidali e sussidiari, per questo occorre trovare un modo per venirsi incontro con uno sforzo collettivo. Nelle difficoltà bisogna dare il meglio.
Speriamo in bene.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 17 Aprile 2020
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