Le mosse di Regione Lombardia per combattere il coronavirus: “18 hub per i grandi traumi”
L'assessore al welfare regionale Giulio Gallera comunica l'individuazione di 18 ospedali per la cura di grandi traumi: "Creeremo maggiori disponibilità nelle altre strutture". E cerca di evitare allarmismi: "Le scene viste in stazione sono ingiustificate". I casi salgono a 4.189
«Attualmente non esistono farmaci specifici né vaccini per combattere il coronavirus. L’unica arma che abbiamo è impedire la diffusione del contagio: rimaniamo il più possibile a casa e comportiamoci tutti responsabilmente». È il monito che arriva dall’assessore al welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera. Nella diretta Facebook – allestita per annunciare la delibera approvata dalla riunione di giunta straordinaria per affrontare l’emergenza coronavirus – l’assessore di Forza Italia ha lanciato l’hashtag #fermiamoloinsieme per cercare di compattare l’opinione pubblica.
«18 nuovi hub per i grandi traumi»
La disposizione più importante è l’individuazione di 18 hub che, da lunedì 9 marzo, saranno destinati alla cura dei grandi traumi. «L’obiettivo – dichiara Gallera – è creare maggiore disponibilità negli altri ospedali per pazienti affetti da Covid-19».
«Sugli ospedali Hub – spiega Gallera – si concentrerà l’attività di erogazione delle prestazioni relative alle reti tempo-dipendenti (come l’infarto o l’ictus, ndr) e alle patologie le cui cure non possono essere procrastinate. Questi presidi dovranno garantire l’accettazione continua nelle 24 ore di tutti i pazienti che si presentano, potendo anche contare su più equipe disponibili di cui almeno una in guardia attiva, con un percorso separato e indipendente per pazienti affetti da Covid-19 rispetto agli altri pazienti e svolgere la propria attività attraverso la collaborazione di equipe provenienti e messe a disposizione da altri erogatori pubblici e privati accreditati e a contratto».
Le strutture scelte per trattare i traumi maggiori
I tre hub identificati sono: l’Ospedale di Varese, il Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda e gli Spedali Civili di Brescia. Rimane riferimento per il trauma maggiore pediatrico il CTS Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. La riorganizzazione è stata fatta tenendo presente «la distribuzione geografica nell’ambito di un sistema fortemente integrato», in grado di agire «secondo protocolli divisi».
Gli ospedali per le urgenze neurochirurgiche
I Centri hub identificati sono: l’Ospedale di Varese, il Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda, gli Spedali Civili di Brescia e l’IRCCS Besta di Milano. «È stato aggiunto alla rete l’IRCCS Besta di Milano poiché si è considerata la specificità di alcune patologie oncologiche che necessitano di una sede privilegiata di riferimento. Tali attività sono quantificabili mediamente in 100-120 a settimana e pertanto potrebbero essere centralizzate su 4 strutture ospedaliere».
Le urgenze neurologiche stroke
Le strutture che se ne occuperanno sono l’Ospedale di Varese, l’Ospedale di Legnano, gli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Humanitas Milano, l’Ospedale Sant’Anna di Como, l’IRCCS San Matteo di Pavia, l’Ospedale Carlo Poma di Mantova (in collaborazione con l’équipe di Cremona), il San Gerardo di Monza, il Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda e l’Ospedale di Lecco.
Le attività non differibili degli ambulatori saranno sospese, a eccezione delle attività in regime di libera professione intramuraria che rimane comunque sospesa; l’attività ambulatoriale istituzionale potrà essere mantenuta qualora non vi sia necessità di risorse professionali per assistenza ai pazienti ricoverati per Covid-19 o per altre patologie. Sarà mantenuta l’attività per prestazioni non differibili – come la chemioterapia, la radioterapia e la dialisi – per le prestazioni urgenti con priorità U o B, per prestazioni dell’area salute mentale dell’età evolutiva e dell’età adulta e i servizi sulle dipendenze.
Riprendono le vaccinazioni
Da mercoledì 11 marzo, dichiara Gallera, riprenderanno le somministrazioni di vaccini. «Saranno riattivate le sedute per la somministrazione di ciclo esavalente, pneumococco e rotavirus, la prima MPRV (morbillo, parotite, rosolia e varicella, ndr) e meningococco C, la seconda dose di MPRV e dTP (difterite, tetano e pertosse, ndr)».
I casi salgono a 4.189
Sono 4.189 i contagiati da coronavirus in Lombardia, dai 3.420 di sabato 7 marzo. In provincia di Varese i contagiati sono 32. «Evitiamo allarmismi» ha precisato Gallera. «Le fughe di notizie dal Consiglio dei ministri di ieri hanno portato a comportamenti irrazionali. Cerchiamo di restare uniti e non farci prendere dal panico. Questa è una battaglia che dobbiamo affrontare tutti insieme, con senso di responsabilità».
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